Thomas Voeckler: il “tedesco” di Francia che infiammava il Tour

Parleremo oggi di ciclismo e lo faremo con riferimento ad un corridore che era uno dei più appariscenti nell’evento più importante di questo sport: Thomas Voeckler.

Chi era? Un ciclista francese degli anni 2000 e dell’ultimo decennio.

Per cosa è ricordato? Per essere stato il vincitore della maglia della montagna del Tour, vincitore di quattro tappe oltre ad aver indossato la maglia gialla di leader.

Cosa fa adesso? Si è ritirato nel 2017 nel team Bonjour. Attualmente è il direttore tecnico della nazionale francese.



Lo sapevate che?: Viene dalla regione dell’Alsazia, al confine con la Germania, dove gran parte della popolazione, come lui, è di origine tedesca.

– È cresciuto nell’isola della Martinica.

– Fu su quest’isola delle Antille che si guadagnò il soprannome: Ti-Blanc (una deformazione di petit blanc , ‘piccolo bianco’).

– Nel Tour del 2004 divenne un eroe nazionale indossando la maglia gialla in dieci tappe, perdendola infine contro il ben più forte Lance Armstrong. Da allora è diventato una delle grandi speranze dei tifosi francesi di vincere il Tour.

– Vinse la sua prima tappa del Tour soltanto nell’edizione del 2009. Ne ha vinte un’altra nel 2010 e due nel 2012.

– Due delle sue quattro vittorie al Tour sono arrivate in tappe terminate a Bagnères-de-Luchon, sui Pirenei.

– Il suo miglior piazzamento al Tour è stato un quarto posto nel 2011.

– Ha corso una sola Vuelta (2005) classificandosi al 101° posto, ha partecipato al Giro quattro volte e il suo miglior piazzamento è stato 23° nel 2010.

– Ha disputato quindici Tour consecutivi.

– Ha 1,74 anni.

Biografia, palmares, statistiche: Thomas Voeckler è nato il 22 giugno 1979 a Schiltigheim, Alsazia, Francia. Ha debuttato da professionista nel 2001 nel team Bonjour, e non si è mosso fino al suo ritiro nel 2017. Nel suo palmares ha le suddette quattro tappe del Tour; il premio in montagna del giro di gala, due campionati francesi su strada e un Giro del Lussemburgo, tra le altre prove.



Davide Bernasconi

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