Terry Butcher non è stato un semplice calciatore, ma un vero guerriero sul campo, come d’altronde nel suo cognome, nella traduzione italiana (macellaio), già erano presenti i segni di un carattere speciale.
Nato a Singapore, ma di cittadinanza inglese, Butcher giocò con l’Ipswich Town nel periodo 1976-86, vincendo una FA Cup ed una Coppa Uefa nel 1981. Passa poi in Scozia, vestendo la maglia dei Rangers Glasgow con cui vince tre titoli nazionali.
Con la maglia della nazionale inglese, partecipa a ben tre fasi finali: 1982, 1986 e 1990. Ed è proprio in occasione di un match di qualificazione per Italia 90 che Butcher rimarrà nelle menti di molti sportivi.
Il 6 settembre 1989 l’Inghilterra è impegnata a Stoccolma contro la Svezia: i “bianchi” comandano il girone e serve assolutamente un punto per qualificarsi. In uno scontro di gioco il difensore inglese rimane colpito al capo: con un bendaggio alla testa (e qualche punto di sutura nell’intervallo) riprende il gioco come se nulla fosse.
Ma un ulteriore botta gli provoca un sanguinamento che non cesserà per il tempo restante; per Butcher non c’è problema, Italia 90 vale molto di più di un semplice mal di testa. La scena finale vede il nostro eroe uscire dal terreno di gioco, con il punto (in classifica), conseguenza dello 0-0, necessario per la qualificazione e la maglia in queste condizioni.
Qualche anno dopo, in un’intervista alla BBC, ricordando l’episodio, dirà: “Fu un match-icona per la mia carriera. Avevo già sopportato nella mia carriera paure maggiori per non comportarmi così”. Attualmente Terry Butcher è allenatore dell’Inverness, club del massimo campionato scozzese.