Sir Matt Busby: la storia del Manchester United

Fu una figura fondamentale nel mondo del calcio e soprattutto, divenne un’icona di una delle più grandi squadre di calcio del mondo, il Manchester United. Stiamo parlando di Sir Matt Busby .

Alexander Matthew Busby nacque nella piccola città mineraria di Orbiston, a Bellshill, in Scozia, il 26 maggio 1909. Suo padre, Alexander Busby, era un minatore, e morì durante la prima guerra mondiale, colpito da un cecchino tedesco nella battaglia di Arras, il 23 aprile 1917. Altri tre suoi zii morirono durante la Grande Guerra.

Iniziò a lavorare come minatore e giocò con la formazione locale del Denny Hibs nel 1928, come terzino destro. Quello stesso anno il Manchester City, allora in Seconda Divisione, lo notò e decise di firmarlo, quando aveva solo 18 anni. Il giovane Matt Busby ci mise solo un anno per il debutto e nella sua prima stagione andò a segno ben cinque volte. Nel 1930 venne spostato nel ruolo di centrocampista mentre il Manchester United si interessò per l’acquisto, che alla fine non si verificò. Anni dopo, diventerà un pezzo fondamentale per quella società. Fu al tempo del City quando giocò la sua unica partita con la maglia della nazionale scozzese, in una partita contro il Galles nell’ottobre del 1933, sebbene scese in campo a difesa dei suoi colori in occasione di 7 matches non ufficiali.

Nel 1936, dopo oltre 200 partite con il Manchester City e una Coppa d’Inghilterra, Matt Busby fu acquistato dal Liverpool per £ 8.000. Busby si conquistò ben presto la fiducia dello staff tecnico e dei fans, diventando il capitano della squadra. A Liverpool si trovò in sintonia con Bob Paisley, proveniente da una città mineraria come lui. Nacque una forte amicizia mentre sarà il tempo a decretarli come due grandissimi allenatori in Inghilterra. Busby giocò fino al 1941, quando scoppiò la seconda guerra mondiale e, come molti altri, dovette rispondere all’appello dell’esercito, anche se rimase, per sua fortuna, a lavorare nel Regno Unito.

Durante la guerra, Busby fu impiegato come allenatore di football di un’unità dell’esercito e questo lavoro portò il Liverpool ad offrirgli un posto come allenatore. Ma lo United aveva anche bisogno di un allenatore e, attraverso un amico dei suoi anni a Manchester, contattò la Red Devils Board . Busby fece richieste senza precedenti (controllo totale della forza lavoro, per esempio) e sorprendentemente, causa la disperata ricerca di un tecnico, accettarono.

Matt Busby entrò nel club nel 1946. Il Manchester United era ben lontano dall’essere il club che è adesso. Non vinceva un trofeo dal 1911, ed era abituato a salire e scendere nella seconda serie. Nella sua prima stagione, Busby arrivò secondo in campionato, risultato che ottenne anche nel 1948, 1949 e 1951, oltre a vincere la Coppa d’Inghilterra nel 1948. Fu questo successo, inoltre, gli valse la nomina di allenatore britannico per le Olimpiadi di quell’anno, a Londra. Nel 1952, il Manchester United vinse finalmente il titolo e ripeté il successo nel 1956 e nel 1957. Lo stesso Busby affermò che dopo aver vinto il campionato nel 56, il Real Madrid aveva cercato di assumerlo, ma non voleva lasciare lo United.

 

Nel momento più importante dei cosiddetti Busby Babes (ragazzi di Busby), la sventura incombeva sul club con il disastro aereo di Monaco. Il 6 febbraio 1958, l’aereo che trasportava il Manchester United in Inghilterra dopo aver giocato una partita contro la Stella Rossa a Belgrado, si schiantò dopo una sosta per rifornirsi di carburante all’aeroporto di Monaco. Nell’incidente perirono 23 persone, tra cui sette giocatori, tre membri della squadra tecnica, otto giornalisti che viaggiavano con la squadra, un agente di viaggio e un fan e un amico personale di Busby. L’allenatore stesso riportò diverse ferite molto gravi, tanto da ricevere l’unzione estrema.

Dopo una lunga permanenza in ospedale,addirittura nove settimane, fortunatamente si riprese. Sopravvisse anche Bobby Charlton, una delle più grandi figure della storia del Manchester United e del calcio inglese, che all’epoca aveva 21 anni. Questo incidente verrà raccontato nel film United (2011). L’attore scozzese Dougray Scott interpreta Busby, un’interpretazione che però non è stata affatto gradita dai parenti dell’allenatore.

Dopo l’incidente, Busby non solo dovette superare la tragedia, ma anche ricostruire l’intero  team, un compito che richiese diversi anni. Parte del successo fu dovuto al suo buon occhio con la scelta dei giocatori da mettere  in rosa. Incorporò campioni come lo scozzese Denis Law (1962) o il norvegese George Best (1963) e con loro riuscì a ritornare sulla strada del trionfo. Vinse la Coppa d’Inghilterra nel 63 ed il campionato nel 65 e 67. Ma il successo più grande arrivò nel maggio 1968, quando il Manchester United sollevò la sua prima Coppa Campioni dopo aver sconfitto il Benfica di Eusebio per 4-1. Quel giorno, Busby scelse il seguente undici: Stepney; Brennan, Foulkes, Sadler, Dunne; Crerand, Charlton, Stiles; Best, Kidd e Aston. Erano trascorsi dieci anni dalla catastrofe di Monaco. Quel trionfo, il primo di un club inglese nella massima competizione europea, fece guadagnare a Matt Busby il nome di cavaliere dell’impero britannico.

Alla fine della stagione successiva, Busby decise di ritirarsi, anche se verrà poi richiamato ad interim nella stagione 70-71. Prima di quel ritorno e successivamente, fu direttore del club, fino a quando nel 1982 venne nominato presidente. Negli anni ’80 si prese cura di sua moglie, che soffrì di Alzheimer, fino alla sua morte nel 1988. Busby visse in pensione a Manchester fino al 20 gennaio 1994, quando morì all’ospedale Alexandra di Cheadle, Manchester, a causa di un cancro. Aveva 84 anni.

È interessante notare che il Manchester United ha vinto la sua seconda Coppa Europa il 26 maggio 1999 a Barcellona (il ritorno più celebrato contro il Bayern), il giorno in cui Busby aveva compiuto 90 anni . Il terzo titolo dei “diavoli rossi” è arrivato nel 2008, quando erano trascorsi 50 anni dalla tragedia di Monaco e 40 dalla prima Coppa Europa. Lo United avrebbe arrotondato il cerchio nel 2009 se avesse vinto la finale di Champions League quell’anno, celebrata il giorno dopo il centenario della nascita di Busby, ma il Barcellona di Messi e Guardiola lo impedirono, all’Olimpico di Roma con uno dei più classici 2-0.

La sua eredità è infinita. Una statua in bronzo dedicata alla sua memoria adorna l’esterno dell’Old Trafford. Ogni anno, il club assegna il Sir Matt Busby Award al miglior giocatore della stagione. E solo il suo connazionale Alex Ferguson ha allenato per più partite nell’intera storia della società. In breve, è il padre del Manchester United.

Davide Bernasconi

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