In un caldissimo pomeriggio di aprile, l’Olimpico ribolliva per il tifo giallorosso che già pregustava uno scudetto che si faceva sempre più vicino. A distanza di tre anni dal trionfo degli uomini di Nils Liedholm, stavolta era un altro svedese che si sarebbe potuto vantare della corona di re della Capitale.
Solo una settimana prima la Roma aveva agganciato in vetta la Juventus, in fuga da inizio anno ma che stava ormai da qualche mese sempre più ingolfata, facendosi rimontare un vantaggio in men che non si dica.
E stavolta in casa i giallorossi ricevevano una squadra retrocessa ormai da qualche settimana e che nulla aveva da chiedere alle ultime giornate. Anzi, visto che il Lecce era più in lotta con i cugini del Bari, anch’essi retrocessi, per non arrivare ultimi. Poi, nelle file dei salentini vi erano addirittura due nazionali argentini che di li a poco sarebbero andati a Mondiali di Messico 86, era più importante pensare al prossimo torneo.
Ma le tragedie greche sono quelle che rimangono nella storia. Con un occhio alla radiolina, a quello che succedeva a qualche centinaio di chilometri a distanza, a Torino, dove la Juventus affrontava il Milan, il vantaggio iniziale di Graziani faceva già sognare. E siccome mai dire mai, l’imponderabile accadde, e stavolta, non era una Fatal Verona, ma qualcosa di ancora più drammatico.
Roma-Lecce 2-3 1986: tabellino
Roma, Stadio Olimpico – domenica 20 aprile 1986
ROMA-LECCE 2-3
ROMA: Tancredi, Gerolin, Oddi, Boniek, Nela, Righetti, Graziani, Giannini (8’st Conti), Pruzzo, Ancelotti, Di Carlo (22’st Tovalieri). Allenatore: Eriksson.
LECCE: Ciucci (26’pt Negretti), Vanoli, Colombo, Enzo, Di Chiara I, Miceli, Raise, Barbas, Pasculli, Nobile (20’st Paciocco), Di Chiara II. Allenatore: Fascetti.
ARBITRO: Lo Bello di Siracusa.
RETI: 7’pt Graziani, 34’pt Di Chiara II, 42’pt e 8’st Barbas, 37’st Pruzzo.
NOTE: Ammoniti: Graziani, Conti, Vanoli, Raise.