Ripetizione della partita per errore dell’arbitro: è possibile? Dipende da cosa viene scritto nel referto arbitrale e da come valuta il giudice sportivo.
Errare humanum est dicevano i latini ed il calcio, come lo sport in generale, è un esempio perfetto di cosa significa sbagliare e compromettere il risultato di una partita, oltre al lavoro di un intero o di 4 anni per chi sbaglia un calcio di rigore in occasione della finale della Coppa del Mondo.
Ma finche a sbagliare sono i giocatori o l’allenatore a fare un cambio, la polemica rimane sui mezzi d’informazione e non va oltre, al massimo qualcuno perde il posto di lavoro o cambia squadra (dietro lauta liquidazione).
Ma se a sbagliare sono gli arbitri, apriti cielo, può succedere il finimondo, già direttamente sul terreno di gioco con insulti che piovono dagli spalti, oltre a qualche oggetto contundente, per continuare nel tunnel che conduce agli spogliatoi con minacce e provocazioni, che poi verranno pedissequamente narrate nel refeto da inviare al giudice sportivo.
Ma davvero qualunque errore dell’arbitro non comporta alcun cambiamento nel risultato finale della partita?
La risposta è no, ovvero secondo quanto prevede il regolamento del gioco del calcio, qualora venga compiuto dal direttore di gara un errore tecnico, la partita può essere ripetuta.
Ma la condizione sine qua non perché ciò avvenga è che il fischietto deve inserire nel referto di gara di aver commesso un errore (involontario).
Seconda condizione, il giudice sportivo, nell’analizzare il referto nel corso della settimana post gara, deve dare parere circa la ripetizione o meno della partita.
Se qualcuno ha speranze di veder condannare un arbitro perché ha commesso un errore tecnico, può darsi già per vinto. Prima di tutto ci vuole l’ammissione e poi, l’errore deve riguardare un aspetto tecnico.
Ovvero non è che andando a casa, e vedendo alla moviola che era rigore, questo basti perché lo metta nel referto.
Un esempio potrebbe essere aver ammonito due volte lo stesso giocatore e non aver sanzionato con il cartellino rosso, avendo lasciato il giocatore in campo; ai tempi odierni, con il collegamento via microfono fra arbitro ed assistenti, praticamente impossibile.