Nel calcio moderno risulta impossibile che non si abbia la seconda maglia a disposizione, dato che viene deciso prima come scendere in campo. Ma quando lo sport del pallone era più povero, ci si poteva trovare a diver risolvere il problema in maniera molto più artigianale.
Nel 1937 maglia del Brasile era irriconoscibile rispetto ai tempi moderni: bianca, con riflessi azzurri. Fino al 1952, quando poi assunse l’attuale e ben nota colorazione: giallo-verde o verdeamarela, per dirla alla spagnola. Anzi in argentino, proprio così perché fu nazionale brasiliana dovette indossare i colori degli arcirivali in occasione della Coppa America 1937, che vide il suo inizio il 27 dicembre 1936.
A Buenos Aires, nel match inaugurale contro il Perù presso il Gasometro, il direttore di gara cileno Alfredo Vargas si trovò a dover risolvere un imprevisto all’ultimo momento: entrambe le selezioni erano infatti vestite di bianco, con l’unica differenza che i peruviani presentavano una frangia rossa.
Urgeva una soluzione d’emergenza: i brasiliani dovettero rimediare al “pasticcio” indossando le magliette del club casalingo, l’Independiente di Avellaneda, storicamente rosso nel colore sociale. Poco male, perchè il risultato finale li vide vincitori per 3-2.
Una settimana dopo, il 3 gennaio, per il Brasile l’ostacolo da superare era il Cile. Anche stavolta, il colore era questione d’onore, in quanto gli andini avevano (e tuttora conservano) la divisa interamente bianca. Essendo anche l’unico match che si doveva disputare presso lo stadio del Boca Juniors, i brasiliani vollero rendere omaggio ai padroni di casa e scesero in campo con le divise degli xeneizes, azzurro ed oro e fu un’altra vittoria, un roboante 6-4.
Tuttavia la Coppa America 1937 (14-esima edizione) arrise ai padroni di casa dell’Argentina che, nello spareggio decisivo, superarono proprio il Brasile per 2-0 dopo i tempi supplementari.