Perchè Julius Erving aveva il numero 6

Prima che il mondo idolatrasse la figura del numero 23 dei Chicago Bulls, c’erano giocatori che erano il “Michael Jordan”, prima dello stesso ed univo Michael Jordan. Sia per le loro condizioni atletiche che per il loro eccezionale talento offensivo, Elgin Baylor negli anni ’60 e Julius Erving negli anni ’70, furono quel tipo di giocatore/atleta che tutti i bambini sognavano di diventare nel mondo del basket.

Anni dopo, già negli anni ’80, Michael Jordan subentrò ad entrambi e divenne il Re Sole della NBA, un monarca che cadde mai nell’oblio nonostante altri personaggi si siano affacciati come Kobe Bryant, Shaquille O’Neal, Lebron James o Stephen Curry.

A volte, sembra che la storia della NBA sia iniziata quando David Stern decise di chiamare Michael Jordan nel Draft 1984.

Nel caso di Julius Erving, Dr. J. anche lui è cresciuto con un idolo o, meglio, un eroe, ma quella figura non era quella di Elgin Baylor, ma quella di un giocatore che lo ispirò sia dentro che fuori dai campi della NBA e, grazie a lui, decise di vestire il numero 6 in NBA.

Quell’uomo era Bill Russell, l’eroe che Julius Erving ha scelto di onorare in NBA, con la scelta della sua maglia numero 6.

È importante ricordare di contestualizzare quella scelta che, quando Erving arrivò a giocare in NBA dopo l’estinzione (che alcuni chiamano fusione) dell’ABA, era già una vera figura mediatica e uno dei giocatori più conosciuti e idolatrati in Paese.

Fino al suo arrivo in NBA nella stagione 1976-1977 aveva utilizzato solo il numero 32, sia all’Università del Massachusetts, che all’ABA, ai Virginia Squires e ai New York Nets, ma quel numero non era disponibile nei Philadelphia 76ers, poiché la squadra della Pennsylvania avrebbe ritirato quel numero in onore della loro stella recentemente ritirata, Billy Cunningham.

Per questo motivo Dr. J. dovette trovare l’alternativa e indicò, tra i suoi eroi, il giocatore che ha tuttora vinto più titoli nella storia della NBA, Bill Russell.

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Lo stile di gioco di entrambi era ovviamente molto diverso, ma lo spirito combattivo, la competitività e la capacità di leadership di Russell lo hanno reso un punto di riferimento per molti dei giovani degli anni ’60 negli Stati Uniti. Inoltre, il suo coinvolgimento nella lotta per i diritti civili in un momento molto delicato e convulso della storia americana, lo ha reso molto rispettato dalla comunità afroamericana.

È interessante notare che sia Bill Russell che Julius Erving hanno fatto si che le fossero ritirate le maglie con il numero 6 che ora pende dai tetti delle arene che li hanno visti trionfare a Boston e Philadelphia.

Davide Bernasconi

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