Olympiastadion Monaco di Baviera

Si può tranquillamente ben dire che stadio Olimpico di Monaco di Baviera ha fatto e scritto la storia dello sport moderno. Prima, nel 1972, teatro delle Olimpiadi in quelle che verranno purtroppo ricordate come i Giochi Olimpici segnati dal nero del lutto, per la strage di atleti israeliani che vennero dapprima rapiti e sequestrati da terroristi palestinesi all’interno del Villaggio Olimpico. E poi per l’edizione dei Mondiali di Calcio del 1974 che videro la nascita della grande Olanda, il successo storico della Germania Est contro i cugini dell’Ovest ed infine per la finalissima che vide il successo in rimonta dei bianchi di Germania.

Sebbene l’impianto, fin dal 2006, non sia più la casa del Bayern e dei “cugini poveri” del Monaco 1860, la struttura avveniristica che ricorda la tela del ragno rende l’opera tuttora moderna.

Progettato dall’architetto tedesco Günther Benisch, lo stadio venne costruito in un triennio, terminando i lavori nel 1971, essendo destinato ad essere la casa dei Giochi Olimpici che si tennero nella città della Baviera nel settembre 1972, tristemente ricordato per la tragedia avvenuta nel Villaggio Olimpico. Il tetto fu disegnato da Frei Otto. Il binomio, assieme all’ingegnere Jörg Schlaich, progettarono una rete sotterranea di 18 chilometri di tubi in materiale sintetico percorsi da acqua calda per mantenere il prato sgombro da neve e ghiaccio. La copertura infatti, sebbene proteggesse dalle precipitazioni atmosferiche, non riparava completamente gli spalti e tanto meno il terreno di gioco che, rimaneva così esposto ai rigori dell’inverno tedesco.

Qualche mese prima della kermesse olimpica, lo stadio venne inaugurato il 26 maggio 1972 con il match fra i padroni di casa della Germania Ovest e la Russia. E per Gerd Müller fu una notte magica: davanti ad 80.000 spettatori, il bomber teutonico fu l’unico nome del tabellino dei marcatori, quattro reti siglate in un quarto d’ora nel secondo tempo, dopo che la prima frazione si era concluso con un mesto risultato ad occhiali. Per la Russia la rete della bandiera del 4-1 finale fu segnata da Kolotov.

Venne giocato l’atto finale del torneo olimpico: il 10 settembre 1972 vinse la Polonia per 2-1 grazie ad una doppietta di Deyna contro l’Ungheria.

Due anni più tardi l’arena vedrà un Mondiale di altissimo spessore tecnico: dal calcio totale dell’Olanda ai sorprendenti polacchi, dalla vittoria storica della Germania Est contro i cugini dell’Ovest, per finire a Gerd Muller che divenne il protagonista assoluto della rassegna.

Lo sconosciuto (o quasi) Grzegorz Lato fu il capocannoniere dei Mondiali con ben 7 reti, fra cui da citare la prodezza nella finale per il terzo posto contro il Brasile, segnando con un preciso diagonale dopo una corsa di 50 metri.

La finale del Mondiale fu decisamente l’evento che coincise con una nuova fase del calcio: il primo minuto, con il pallone giocato esclusivamente dagli Orange, senza che i tedeschi riuscissero minimamente a strapparglielo dai piedi, rimane un esempio da mostrare alle scuole calcio sul trattamento della sfera. Ed il rigore assegnato (e poi trasformato) per il vantaggio iniziale, avrebbe potuto tramortire chiunque, tranne i tedeschi ovviamente. Prima Breitner su rigore e poi Muller, sul finire della prima frazione, portarono la Seconda Coppa del Mondo in Germania.

Ci vollero 16 anni perchè gli olandesi si prendessero la rivincita. Ad Euro 88 dapprima sconfissero, in rimonta, i tedeschi in semifinale e nella finalissima il Cigno di Utrecht, al secolo Marco Van Basten, realizzerà l’incredibile e stupendo goal del 2-0 finale, sconfiggendo l’Unione Sovietica e trionfando per la prima volta in una rassegna continentale per nazioni.

Altre grandi sfide si disputeranno sul tappeto verde: ben tre le finali di Coppe dei Campioni si giocheranno in Baviera. Dal primo successo del Nottingham Forest (1979) contro gli svedesi del Malmo alla vittoria “furtiva” dell’Olympique Marsiglia che superò il Milan di Capello imbattuto in quell’edizione; infine al successo per 3-1, anch’esso sorprendente, del Borussia Dortmund che colse di sorpresa la Juventus di Lippi, che pareva destinata ad un comodo bis alla vigilia del match.

Poi, con i Mondiali 2006, le due società cittadine decideranno di costruire un impianto ex novo alla periferia di Monaco di Baviera, l’Allianz Arena. L’impianto ora ospita esclusivamente gare di atletica leggera.

Olympiastadion: Altri eventi

Lo stadio ha vissuto anche l’emozione per la visita papale quando nel 1987 Papa Giovanni Paolo II beatificò il gesuita tedesco Rupert Mayer, il primo gesuita che si oppose con decisione al regime nazista, opposizione per la quale pagò con la vita. Anche la musica è stata ospitata nell’impianto, con l’esibizione di rock stars di fama mondiale come Michael Jackson, che tenne all’Olympiastadion ben 5 concerti. A seguirlo ci furono gli U2, i Depeche Mode, i Rolling Stones, i Pink Floyd e Bruce Springsteen.

Indirizzo: Indirizzo: Spiridon-Louis-Ring 27, 80809 Monaco di Baviera

Inizio lavori 1968
Inaugurazione 26 maggio 1972
Pista d’atletica A 8 corsie, regolamentare
Costo 137 000 000 marchi tedeschi
Materiale del terreno Conglomerato (pista)
Erba sintetica (campo)
Dim. del terreno 105 m × 68 m
Proprietario Città di Monaco di Baviera
Gestore Olympiapark Munich GmbH

Davide Bernasconi

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