Muro di Sormano: altimetria, lunghezza, record

Una delle salite che ha fatto la storia del ciclismo e del Giro di Lombardia in particolare, dopo tanti anni in cui venne dimenticato volontariamente a causa delle sue estreme pendenze: è il Muro di Sormano, che negli ultimi anni ha scritto le pagine più belle della Classica delle Foglie Morte. Incredibile infatti la storia di questa salita, che è “rimasta in silenzio” per quasi 50 anni.

Il motivo per cui venne omessa dalla gara era il fatto che i corridori, fin dalle prime volte che venne inclusa, la considerarono troppo difficile, soprattutto se affrontata dopo quasi 200 chilometri di corsa. La salita è lunga solo 1,92 chilometri, presenta una pendenza media del 15% e un’incredibile pendenza massima del 27%.

La salita fece il suo debutto professionistico solo nel 1960, dopo che lo storico organizzatore delle corse della Gazzetta dello Sport Vincenzo Torriani cominciò a pensare che il percorso non fosse abbastanza difficile. Torriani visitò la salita all’inizio di quell’anno con Rino Negri, giornalista de La Gazzetta della Sport: confessò di essere molto emozionato per quello che aveva trovato perché quel breve tratto, assai impegnativo, avrebbe davvero aumentato l’attenzione sulla sua gara.

Era un tempo in cui le salite esageratamente ripide non venivano usate nelle gare, e il campione del mondo Ercole Baldini usava un 44 × 29 in quella prima edizione facendo la scalata assieme a Jacques Anquetil che invece adottò un 42 × 27.

Nel libro Mountain High di Daniel Friebe, si sottolinea come i ciclisti non apprezzassero questo sforzo che nell’epoca di un ciclismo ancora con il sapore eroico che i cavalieri non erano particolarmente contenti della sua inclusione.

“Non riesco a capire il motivo per cui Torriani voleva una novità come questa”, disse Baldini dopo la gara del 1961 vinta da Vito Taccone. “Capisco che il Ghisallo non ha offerto la garanzia di spezzare la carovana della corsa in più tronconi, ma francamente è andato fuori strada nella direzione opposta. Questa salita è semplicemente bestiale, impossibile alzarsi”.

Nonostante le lamentele dell’anno precedente, nel 1962, Baldini stabilì un nuovo record per la salita percorsa in 9’24 “. Tuttavia, in seguito riconobbe di aver ricevuto molte spinte dai fans e questo si rivelò uno dei maggiori problemi. I ciclisti italiani hanno ricevuto molte spinte dai tifosi partigiani, mentre per gli stranieri non ci furono “manine” gentili ad alleggerire la fatica. L’edizione del 1962 fu l’ultima volta a venire utilizzata: bisognerà aspettare fino al 2012 per rivederla.

Sarà il francese Romain Bardet il primo a superare la vetta, mentre il più veloce fu lo spagnolo Joaquim Rodriguez che impiegò 9’02” per valicare la colma, andando poi a vincere la corsa. Tornerà nel 2015, e poi nel 2017 e 2018, quando a staccare la concorrenza di Vincenzo Nibali sarà il francese Pinot che poi, festeggerà in solitaria sul traguardo del lungolago di Como.

Quando negli anni 60 la corsa si disputava su un tracciato ancora in terra, la polvere che si sollevava al passaggio dei “cavalieri” era incredibile. Da quando è stato riproposto (per anni la strada rimase in condizioni pietose, addirittura venne chiusa ad un certo punto al transito), sempre bel tempo ha accompagnato i corridori nella loro cavalcata.

Il Giro d’Italia 2019 affronterà il Muro di Sormano nel corso della 15-esima tappa, quando i “girini” saranno impegnati nella Ivrea-Como, 232 chilometri, domenica 26 maggio 2019.

Muro di Sormano: caratteristiche

Località: Como , Lombardia , Italia
Partenza : Sormano (CO)
Arrivo: Colma di Sormano (CO)
Lunghezza : mt. 1650
Altitudine partenza: mt. 818
Altitudine arrivo: mt. 1086
Dislivello : mt. 268
Pendenza Media : 16,24 %

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Muro di Sormano: curiosità

A dare il benvenuto ai corridori al momento di affrontare questa bestiale salita, c’è una scritta riportata sull’asfalto, una citazione del campione toscano Gino Bartali che recita così:

“Un passista non ha alternative. Deve arrivare ai piedi del muro con almeno dieci minuti di vantaggio così poi, se lo fa a piedi impiegando un quarto d’ora di più di quelli che lo faranno in bici, arriverà in cima con cinque o sei minuti di ritardo e potrà ancora sperare”.

Muro di Sormano: rapporti

Le pendenze impegnative del Muro di Sormano richiedono senza dubbio un ottimo allenamento nelle gambe perchè possa essere scalato non in modo approssimativo e soprattutto per gustarsi il panorama dalla vetta, per chi è cicloamatore e desidera anche vedere ciò che lo circonda.

Per un professionista scalare il muro richiede il 36X26/28, mentre quando si è un grande amante delle due ruote e si ha ancora una buona gamba si può impiegare la moltiplica con 34 denti e dietro il 27/28.

Per chi invece ha come obbiettivo arrivare in vetta ed il professionismo non è il suo mestiere, con il 34X30 ancora meglio 32, si potrà raggiungere il traguardo finale, per la vostra soddisfazione.

Davide Bernasconi

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