Montecarlo: il Gp in casa nato per volere di un tabaccaio

Per Montecarlo ed il suo Gp si sprecano negli anni i modi per definirlo: “circuito-salotto”, “autodromo cittadino”, circuito taboga”, una summa che ben fa intendere agli appassionati e non cosa significa il Principato e la sua corsa.

Correre lungo le strade di Montecarlo non può che far esplodere la fantasia dei giornalisti perché sui 3.340 metri del tracciato che si snodano attorno alle case, spesso abitate da ricchi, famosi e belli come gli attori e le attrici di Hollywood, i magnati dell’industria oppure i tanti che scelgono di vivere nella piccolo stato per motivi fiscali.

La fisionomia si è però decisamente  modificata con il passare degli anni: dallo stile liberty dominante alle torri con vista mare e magari un piccolo yacht parcheggiato sotto casa.

Come nacque il GP di Montecarlo

L’idea di trasformare per una settimana il tranquillo principato in un rombante carosello di macchine venne nel 1928 ad un ricco fabbricante di sigarette monegasco, Antony Noghes, che era presidente dell’Automobile Club e buon amico del principe Louis II.

Diversi i motivi che avevano spinto Noghes ad attivarsi per realizzare una corsa: dal turismo che ne avrebbe tratto notevoli vantaggi, la pubblicità gratuita tramite la stampa che avrebbe citato il principato per qualche giorno, e non da ultimo, Montecarlo avrebbe affermato la propria importanza nei confronti della Francia.

Colloqui fra il principe e lo stesso “motivatore” diedero inizio al programma. Gli esperti del locale Automobile Club studiarono il percorso, il meccanismo della competizione e la fase esecutiva del progetto, poichè la data del primo GP era già stata fissata nel 14 aprile 1929.

Venne scelto un giorno di primavera in considerazione del flusso turistico che, in quel periodo e in quell’epoca, subiva un forte rallentamento.

Il tracciato partiva dal boulevard Albert I, un viale che si affacciava sul porto e che era, in quell’epoca, costeggiato da una serie di grandi palazzi. Poi la prima curva, detta di S.te Devote, poiché la strada passava vicino alla chiesa di Santa Devota, protettrice del Principato.

Poi si saliva, come tuttora, fino al sinistro-destro molto stretto del Casino, discesa fino alla curva a destra del Mirabeau. Continua fino alla curva la più lenta del mondo della Formula 1: Virage Fairmont (ex Virage Loews), dove si trova il Fairmont Hotel Monte-Carlo. La sezione Portier conduce al mare, dove la pista passa sotto un tunnel per uscire alla «chicane» vicino al porto. Arriva poi la curva a sinistra del « Bureau de Tabac », la sezione della Piscina, poi la curva a destra della Rascasse, seguita dalla curva Anthony Noghes, poi infine la linea degli stand.

monaco curvaDa notare che fino al 1973 il passaggio coperto si chiamava Tunnel del Tiro al Piccione ed era lungo solo 98 metri. Poi, con la modifica del paesaggio architettonico, venne sostituito da una galleria di 397 metri sottostante un nuovo complesso alberghiero.

Montecarlo: I primi problemi

L’arrivo del mondo delle quattro ruote in città non fu salutato da tutti con piacere inizialmente: una parte dei commercianti infatti veniva danneggiata dalla chiusura dei negozi, resa necessaria per motivi di sicurezza. Tuttavia un contributo speciale e la necessità di doversi sacrificare per il beneficio della comunità fece superare gli ultimi ostacoli.

Da quel momento Montecarlo entrò di diritto nel mondo automobilistico e senza apportare alcuna modifica al tracciato originale. Sparirono invece alcune strutture, con il passare degli anni, che avevano dato il nome a certi punti della pista.

Non esiste più la vecchia stazione, così come il vecchio albergo Mirabeu non è più in funzione da parecchio tempo.

Monaco-mappa-circuito

Montecarlo: Gli incidenti mortali

Da sempre nell’occhio del ciclone, Montecarlo è spesso temuto per gli incidenti possibili data la strettezza delle strade e la mancanza, in taluni punti, delle vie di fuga in caso di sosta “forzata”. Numericamente sono stato moltissimi gli gli incidenti, ma per fortuna conclusi sempre senza grosse conseguenze.

Se per i tecnici la motivazione è da ricercarsi nella lentezza del tracciato, per i monegaschi è perché “qualcuno da lassù ci protegge”, come se Santa Devota avesse sempre avuto un occhio di riguardo per i piloti.

Solo in cinque occasioni la pista ha pagato pegno con la vita: quando Fagioli ebbe un incidente gravissimo alla guida della Lancia nelle prove del GP dedicato alle vetture Gran Turismo e morì dopo 15 giorni per le ferite riportate. Lorenzo Bandini, forse il decesso più celebre, rimase intrappolato all’interno della sua Ferrari in fiamme nel 1967 e morì qualche giorno dopo in ospedale.

Un incidente in Formula Junios costò la vita all’inglese Dennis Taylor nel 1962 mentre l’unica gara motociclistica disputata vide perire Norman Lincar. Da segnalare anche il decesso di un commissario, colpito alla testa da una ruota impazzita nel corso di una gara di contorno.

Montecarlo prezzi dei biglietti

Non è certamente un GP accessibile alle tasche dei comuni mortali: città-stato rinomata per la sua vita costosa, anche il circuito ovviamente si è adeguato ai prezzi. Ecco il listino dei biglietti per la sola gara di domenica.

Terrasse VIP Platinium 1 890,00 €
PACKAGE 2 JOURS 750,00 €
LIGNE DE DEPART 209,00 €
MONTE CARLO 600,00 €
BUREAU DE TABAC 514,00 €
PISCINE 514,00 €
RASCASSE 520,00 €
LE ROCHER/GENERAL ADMISSION 100,00 €

 

Davide Bernasconi

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