Parve il campionato della violenza, il 1987-88, quando nel solo girone d’andata ben tre partite vennero decise dal Giudice Sportivo dopo che pseudo tifosi lanciarono dagli spalti oggetti contundenti o petardi che portarono la giustizia ad intervenire modificando il risultato del campo.
Allora infatti vigeva la norma della responsabilità oggettiva che comportava la piena ed assoluta responsabilità della squadra di casa in merito a comportamenti violenti dei tifosi presenti sugli spalti.
San Siro, 13 dicembre 1987: per il Milan, alla rincorsa del Napoli capolista, il sogno scudetto passa dalla vittoria obbligata contro la Roma, guidata in panchina dall’ex svedese Liedholm.
I FATTI
Dopo il primo tempo terminato in parità per 0-0, le due squadre si apprestano a riprendere il gioco. Il portiere giallorosso Franco Tancredi va verso la porta sotto la Curva Sud e si china per liberare l’area di rigore da alcuni rotoli di carta igienica. Momento peggiore non poteva essere: il titolare romanista si vede scoppiare fra le gambe un petardo lanciato dal primo anello ed il botto lo fa crollare a terra stordito. Purtroppo subito un secondo giunge nei pressi del calciatore, e stavolta scoppia a pochi centimetri dalla faccia. Il portiere perde i sensi, i primi soccorsi, prestati dal dottor Alicicco e il signor Marinucci, rispettivamente medico e massaggiatore romanista, sono immediati e risulteranno decisivi.
Nel frattempo, mentre Tancredi viene portato fuori in barella per essere trasportato con urgenza all’Ospedale San Carlo nei pressi, lo stadio si svuota: le persone accorse per assistere allo spettacolo rimangono indignate mentre alcuni tifosi riescono ad aiutare le forze dell’ordine nell’indicare il responsabile del gesto che verrà fermato in serata.
Nils Liedholm dirà poi ai giornalisti: “I giocatori erano tutti scioccati, alcuni si sono messi a piangere e non volevano continuare. Erano impressionati dalle condizioni di Tancredi che muoveva in continuazione la mascella e aveva gli occhi sbarrati. Con Franco ho parlato negli spogliatoi: mi ha detto che vuole ritirarsi per sempre“.
Il giovanissimo 17enne Angelo Peruzzi esordisce così in Serie A e comincerà la sua luminosa carriera: para ogni tiro che piove dalle sue parte, superato soltanto dal calcio di rigore trasformato da Virdis.
Tre giorni dopo, il Giudice Sportivo trasformerà, come da regolamento, lo 1-0 in 0-2 a tavolino. Per il Milan, la sconfitta non comporterà però la vitoria dello scudetto, avvenuto in rimonta ai danni del Napoli di Maradona.
IL TABELLINO DEL MATCH
MILAN: G. Galli, Tassotti, P. Maldini, An. Colombo (75′ Bortolazzi), F. Galli, Baresi II, Donadoni (65′ Evani), Ancelotti, Virdis, Gullit, Massaro – All.: Sacchi
ROMA: Tancredi (46′ Peruzzi), Tempestilli, Oddi, Manfredonia, Collovati, Signorini, B. Conti (77′ Domini), Gerolin, Agostini, Giannini I, Desideri – All.: Liedholm
Arbitro: D’Elia