- Nell’estate del 1982 l’Argentina combatteva su due fronti. Se in un caso si trattava di un dramma, storico e politico, che vide i sudamericani impegnati in un conflitto bellico per la sovranità delle Malvinas (Falkland), temporaneamente conquistate dagli argentini dopo 150 anni di corona inglese con un blitz voluto dai Generali, in campo calcistico l’albiceleste viaggiava in Spagna per la difesa del titolo mondiale vinto in patria quattro anni prima.
Ma entrambe le spedizioni si rivelarono un fallimento: la guerra inizialmente arrise agli argentini, ma l’intervento massiccio delle forze armate inglesi decretarono la sconfitta che umiliò lo spirito nazionale e che aprì l’anno successivo le porte alla fine della terribile dittatura dei militari e che avrebbe portato all’attenzione dell’opinione pubblica il caso dei desaparecidos.
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Nel calcio la nazionale, guidata ancora dal Flaco Menotti, mostrò subito le difficoltà di mantenere fra le sua mani il titolo: sconfitti nel match inaugurale dal Belgio, superò nell’ordine Ungheria ed El Salvador, guadagnandosi l’accesso alla seconda fase, quella svolta nel catino del Sarrià. Due sconfitte, contro Italia e Brasile, ed il mesto rientro alla base.
Ma sarà ricordato Spagna 82 per essere stato il primo Mondiale di Diego Armando Maradona: appena due settimane prima dell’inizio della rassegna, il Barcellona aveva confermato l’acquisto del campione argentino, allora 22enne.
Le cifre non ufficiali, parlavano di 1.300 milioni di pesetas (al cambio attuale circa 7,8 milioni euro), di cui circa la metà andavano all’Argentinos Juniors, il club dove El Diez mosse i primi calci, un decimo al Boca Juniors che in quel momento era detentore del cartellino ed il resto costituiva l’ingaggio per il calciatore.
Le cifre, se paragonate ai tempo moderni, non paiono importanti, ma negli Anni Ottanta il calcio non era ancora un fenomeno economico come ai tempi attuali. Inoltre la Spagna, uscita da pochi anni dalla dittatura del Generale Franco, non era una potenza calcistica in termini finanziari.
Tuttavia il clamore mosse il Ministero del Commercio iberico che inviò al Governo una nota critica avversa all’importante somma di denaro che lasciava il paese; per Maradona soltanto una delle tante telenovelas che lo accompagneranno nel corso della sua carriera e non solo.
Non essendo ancora un’epoca di facile accesso alle immagini e notizie, erano solo i matches amichevoli disputati dall’albiceleste nelle diverse tourneè a mostrare le doti del campione. A 18 anni,inserito nel listone dei 40 per i Mondiali di casa, venne alla fine escluso non potendo così partecipare alla vittoria, la prima dei sudamericani nella rassegna iridata. Tuttavia Maradona rimase nel ritiro con il gruppo per tutto il tempo del campionato, utile, se così si può dire, per alzare il tasso tecnico degli allenamenti.
In Spagna Menotti lo presentò al pubblico con un elogio ben chiaro della classe: “E’ il miglior giocatore del mondo”, ed i paragoni con Di Stefano e Pelè furono presto fatti. Il suo sinistro, imparabile pressoché da ogni posizione, era ufficialmente sbarcato nel mondo del calcio.