Manlio Scopigno, l’allenatore filosofo dello storico scudetto del Cagliari

Manlio Scopigno nacque a Paularo (Udine) il 20 novembre 1925. Da calciatore giocò per Rieti, Salernitana, Napoli e Catanzaro. Tuttavia la sua carriera di giocatore dovette terminare in seguito ad un brutto incidente che gli causò la rottura dei legamenti del ginocchio, avvenuta (beffa del destino), con la maglia del Napoli pochi minuti dopo aver segnato la sua prima ed unica rete in Serie A.

Smessi i panni del calciatore, Scopigno iniziò la carriera da tecnico: dapprima a Rieti, per poi salire le diverse categorie ed arrivare nel Lanerossi Vicenza, subentrando all’esonerato Lerici e piazzandosi con i veneti in sesta e settima posizione nei due tornei consecutivi.
La svolta arriva a Cagliari: nella stagione 1966-67 la dirigenza sarda lo chiama alla guida tecnica della squadra rossoblù: pur piazzandosi al sesto posto, viene sollevato dall’incarico e sostituito da Ettore Puricelli.

Tornerà in Sardegna dopo un anno di pausa, e nel quadrienno 1968-72 porterà la squadra sarda a vincere il suo primo ed unico tricolore nella stagione 1969-70, trascinata da Gigi Riva che vincerà anche la classifica dei cannonieri con 21 reti e da un gruppo unito costituito da Albertosi, Gori, Cera (il capitano) e Domenghini.

Terminerà la carriera a Vicenza, dopo una breve parentesi alla Roma che dura solo sei partite.
Morirà all’età di 68 anni, il 25 settembre 1993 in seguito ad un infarto.
E’ stato inserito nella Hall of Fame del Cagliari.

Dissero di lui

Gianni Brera

“… A Cagliari è stato socratico nell’esercitare la filosofica ironia. Ha avuto grandi intuizioni psicologiche da grande pedagogista esaltando quel mostro di coraggio e bravura che era Gigi Riva”.

Italo Cucci

“Non ho conoscenza diretta del calcio reatino ma certo del suo “prodotto” più importante: Manlio Scopigno. Il Filosofo del Pallone per antonomasia, colonna del Rieti in B una sessantina di anni fa, mi parlava spesso della sua squadra, evidenziando soprattutto nostalgia della sua terra. Era il 1965, Scopigno aveva preso in consegna il Bologna da un altro grande campione del Lazio, Fulvio Bernardini, e a differenza del Dottor Pedata amava fare le ore piccole davanti a un whisky o un fernet.
Ripensando a quelle notti, a quelle chiacchiere, mi vien voglia di suggerire ai nuovi dirigenti del Rieti un convegno dedicato proprio a Scopigno, alla sua “filosofia”, alla sua idea del calcio. Ospite d’onore, l’artefice, insieme a Manlio, dello scudetto del Cagliari: Gigi Riva. A proposito di valori del calcio.”

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