Ibrahimovic ha vestito sempre le maglie dei migliori clubs europei. dopo aver lasciato la sua Malmoe, è passato dall’Ajax alla Juventus, Inter, Barcellona, Milan ed ora PSG, in attesa del suo prossimo (ultimo) contratto.
Ha lasciato segni e vittorie ovunque sia andato e tramite le sue parole, ha inteso mettere il timbro su chi sia veramente lo svedese. Ecco una carrellata delle sue frasi più famose del calciatore svedese più noto nell’epoca moderna.
Le frasi famose di Ibrahimovic
“Messi è da playstation.”
[Dopo Inter-Atalanta del maggio 2009] “Quando sono arrivato in Italia, tutti dicevano che ero un giocatore fantastico, ma che non segnavo tanti gol. Sarei curioso di sapere cosa hanno da dire adesso”.
[Riferito al trasferimento al PSG] “Ma il Milan davvero non ha più soldi? Siete messi proprio male… Vi serve un assegno?”.
Dopo Inter-CSKA Mosca 4-2 del novembre 2007] “Mancini mi ha detto che il mio gol era quasi bello come quelli che faceva lui… Ma non è vero i miei sono più belli!”.
[Alla sua prima conferenza stampa al Paris Saint-Germain] “Un sogno che si avvera”.
[Rivolgendosi ai giornalisti dopo Parma-Inter del 18 maggio 2008] “Voi parlate, io gioco”.
“Sono il settimo giocatore più forte del mondo. Forse tra dodici anni sarò il sesto”.
[Su Christian Brocchi] “È semplice: lui corre, io gioco”.
“Quegli scudetti sono miei e lo dico anche se ora gioco nell’Inter. E se non ci credete, vi porto a casa mia a vedere i due trofei. Non scherziamo, abbiamo fatto tutti dei gran sacrifici, tutti i giorni, per vincerli. Il resto non mi interessa”.
“Io sono come Cassius Clay. Quando annunciava di voler battere il suo avversario in quattro riprese, lo faceva”.
“Senza ombra di dubbio è il Milan il club più grande in cui abbia mai giocato. Nel mondo tutti lo conoscono, ha una storia incredibilmente vincente. Si respirava un’aria di grandezza assoluta e la percepivi da tutti quei campioni di fama internazionale che affollavano il campo d’allenamento, qualcosa di veramente geniale.”
“Quando ero bambino, aprivo il frigo di casa e trovavo solo le lattine di birra vuote che lasciava mio padre. Se ne stava là seduto tutto il giorno, a piangere il suo paese devastato dalla guerra”.
“Ho vinto 23 titoli, ho sempre dato il massimo per vincere quanto possibile. Certo, sarebbe bello vincere la Champions, ma se finissi la carriera senza sarei comunque felice e fiero di quanto fatto.”
“Non c’e’ niente da dire,la gente parla sempre dei migliori…quindi si parla di me”.
DIO — (Colloquio tra Ibra e un giornalista in conferenza stampa)
Giornalista: “Chi vincerà gli spareggi per la Coppa del Mondo?”
Ibrahimovic: “Solo Dio sa”
Giornalista: “Però è un po’ difficile chiedere a lui”
Ibrahimovic: “Perché? Lo hai davanti a te, adesso”
“Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio. L’ho imparato dalla vita. Per me contano la grinta e l’aggressività, la determinazione e la concentrazione sui propri obiettivi. Io ho la missione di vincere.”
DRIBBLING — (Ibrahimovic racconta il dribbling al difensore del Liverpool Stephane Henchoz quando giocava nell’Ajax)
“All’inizio andai a sinistra e lui fece lo stesso; poi andai a destra e lui fece come me. Poi tornai ancora a sinistra e lui andò a comprarsi un hot dog”
Arsène Wenger venne a farmi visita a Malmoe e mi regalò una maglia dell’Arsenal con il numero 9. Per me fu un momento fantastico: l’Arsenal a quei tempi era una grande squadra […]. Wenger mi propose di andare a Londra per allenarmi con la squadra e fargli vedere di cosa ero capace. Non ci potevo credere. La mia reazione è stata “Assolutamente no, Zlatan non fa provini”. E così scelsi di andare all’Ajax. Ripensandoci ora, feci la scelta giusta. All’Arsenal o alla Roma probabilmente non mi sarei inserito così facilmente come mi è successo invece in Olanda.“
Anche uno come Ronaldo, ‘O Fenomeno, non l’ha vinta [riferendosi alla UEFA Champions League] e non penso si possa dire che sia un fallito. Se dovessi vincerla, sarà perché la mia squadra è stata la migliore, non perché Zlatan lo è stato.“
„[Sui suoi maestri] Capello appartiene alla scuola tradizionale, mi diceva che non segnavo abbastanza e che per lui l’essenziale era fare gol, non giocare bene. Mourinho invece appartiene alla nuova generazione e ti chiede anche di giocare bene. Questa è l’unica differenza tra i due.“