L’ascesa e la caduta delle Bullpen car

I giocatori di baseball professionistici della MLB, il massimo campionato americano, sono atleti in ottima forma. Sanno far girare la mazza ad una velocità incredibile. Possono correre fra le basi alla velocità della luce, facendo invidia ai centometristi. Oppure lanciare la pallina ad una velocità pazzesca: basti pensare che Aroldis Chapman può lanciare una fastball da record a 105.1 mph, circa 168 km/h. Ci sono auto usate che manco se la sognano.

Sembra dunque strano che per diversi decenni i lanciatori di rilievo venissero portati sul monte di lancio a bordo di un veicolo a motore, solo per evitare di fargli fare nemmeno 100 metri di strada dalla panchina.

Sapere oggi chi avesse avuto l’idea della macchina bullpen non sono abbastanza chiari, ma i Cleveland Indians sono stati una delle prime squadre, se non la prima, a usarne una per portare i loro giocatori sul campo.

Una delle motivazioni poteva essere il fatto che il vecchio stadio di Cleveland era stato costruito per essere multifunzione: doveva permettere un uso misto da parte di squadre di baseball e di football americano. Il campo da baseball originario dello stadio era molto più grande di molti altri stadi e alla fine doveva essere allestito un recinto interno per ridurre le dimensioni del campo. L’auto avrebbe potuto essere un prezioso risparmio di tempo quando i lanciatori uscivano nel bel mezzo di una partita.

Nel corso degli anni, altre squadre, a prescindere dalle dimensioni dello stadio, iniziarono a introdurre le loro personali versioni della vettura bullpen, ovvero golf cart sormontate da gigantesche berretti da baseball o cappellini, come ad esempio il rimorchiatore su ruote dei Seattle Mariners. La tendenza era in pieno sviluppo negli anni ’70, e poi iniziò un lento declino nel decennio successivo, quando le squadre gradualmente abbandonarono le auto. Verso la metà degli anni ’90, l’unico veicolo ancora in uso era la motocicletta Harley-Davidson equipaggiata con sidecar da parte dei Milwaukee Brewers. Andò in pensione alla fine della stagione 1995.

Le auto bullpen del baseball scomparvero così silenziosamente come erano arrivate, e le ragioni, ancora una volta, non furono mai esattamente chiare. Forse, come suggerisce il sito ESPN, l’aumento dei costi di assicurazione sulla responsabilità civile. Nel loro libro Moments in the Sun: Baseball’s Briefly Famous, Mark McGuire e Michael Sean Gormley suggeriscono che erano solo una moda passeggera, una maniera per i lanciatori per apparire minacciosi.

L’auto bullpen non è completamente andata in pensione, comunque. Mentre sono cadute in disgrazia con le squadre MLB, alcune squadre giapponesi si sono aggrappate a loro, e la Sugarland Skeeters, una squadra della Atlantic League indipendente di Baseball professionistico, è ritornata ad utilizzarla nel corso della stagione 2018.

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