Si sente ripetere spesso che la storia si ripete ed è semplicemente ciclica, una grande ruota sui cui giriamo come criceti e che ci vede i alcuni momenti in alto ed in alti in basso a faticare per risalire al culmine, in vetta, sempre la posizione in tantissime cose della vita, sia perché guardi gli altri dall’alto in basso che per i fatto che viene associato ad una miglior posizione sociale (tradotta in economica, dunque soldoni).
Può essere però che la ruota si riferisca al fatto di ciò che si faceva da bambini, poi da giovani, da adulti e magari anche in vecchiaia, senza contare gli anni ma solo per il fatto che ci vai con qualcuno molto più giovane di te e dunque accusi il senso della pesantezza degli anni (dipende, certo giovani ti fan sentire più bambino di loro….).
Arriva una domenica di fine estate e quando gli impegni programmati saltano per varie vicissitudini, ecco spuntare la corsa a cui non assistevi da anni ma che, quando avevi la metà od anche meno, degli anni, non tardavi a segnare sul calendario preparandoti.
Gli anni passano e le cose avanzano, tanto che pensi sia giunto il momento di passare le consegne. Allora ti vesti all’ultimo, ti prepari e vai, come quando correvano gli anni 80/90 ed invece inforcavi il tuo cavallo di ferro ed alluminio.
Ora invece da solo, sapendo che poi la cosa un giorno finirà, vai, pensando a tanto tempo prima. Chissà chi avrà capito qualcosa, ma forse non era nemmeno il mio intento.