John Bull, tradotto letteralmente Gianni Toro, è la personificazione nazionale del Regno di Gran Bretagna. Ideata da John Arbuthnot, acquisì popolarità per merito degli stampatori britannici, mentre grandi scrittori del calibro di Thomas Nast e George Bernard Shaw ne aumentarono ulteriormente la fama.
Talvolta con esso ci si riferisce alla totalità del Regno Unito, anche se l’uso non è stato completamente accettato in Scozia o Galles, dove viene visto come una figura prettamente inglese, più che britannica. Da qui il fatto di utilizzare come alternative, in alcune vignette, Britannia o un leone. Nell’Irlanda del Nord la figura di John Bull è stata abbracciata dagli Unionisti, mentre al contempo viene rifiutata dalla maggior parte dei nazionalisti irlandesi.
Come personaggio letterario, John Bull è pieno di buone intenzioni spesso frustrate, dotato di buon senso contadino. A differenza del “fratello di sangue” Zio Sam, non è una figura autoritaria, ma piuttosto un piccolo possidente che ha come obbiettivo massimo godersi la sua birra e la pace domestica, non esercita alcun potere patriarcale tanto meno intende rendersi protagonista di gesti eroici.
Bull viene di solito raffigurato come un uomo tozzo e ben piantato con una giacca a code e i pantaloni al ginocchio, con un panciotto con la bandiera del Regno Unito, secondo la moda del periodo della Reggenza. Indossa un cilindro ed è spesso accompagnato da un bulldog. John Bull è stato usato in numerose campagne pubblicitarie nel tempo, ed è una presenza frequente nelle vignette dei giornali britannici di fine del XIX e inizio XX secolo.
Il tracagnotto e conservatore John Bull, vestito come un gentiluomo di campagna inglese, a volte in contrasto esplicito con lo stereotipo con lo scheletrico rivoluzionario francese sans-culottes giacobino, compare spesso nelle stampe di disegnatori satirici quali James Gillray, Thomas Rowlandson e George Cruikshank a partire dal 1790.
Il Subbuteo si sta già diffondendo a macchia d’olio nel paese e la società sta vedendo i primi bilanci a sei zeri (di sterline). Non male per un gioco da tavolo che si pone l’obbiettivo di riprodurre le emozioni del calcio. Ed allora anche il marketing si deve adeguare, cercando soluzioni che lo possano avvicinare alla massa di tifosi. Nel Dicembre 1969 l’Inghilterra ospita il Portogallo nella tradizionale casa di Wembley.
Per la nazionale dei Tre Leoni, campioni mondiali in carica, si tratta di un match in preparazione alla prossima Coppa del Mondo di Mexico 70. L’evento richiama nell’arena londinese la folla delle grandi occasioni e ciascun spettatore, cosa trova nel programma della partita? Un Ken Bailey in miniatura realizzato dal Subbuteo!!!
Per la fabbrica saranno stati giorni febbrili per realizzare questo personaggio in miniatura, se si pensa che furono ben 100,000 i Ken allegati.
Ken è stato “Cheerleader inglese” per tre decenni dagli anni ’60 in poi, essendo stato originariamente la mascotte del Bournemouth FC negli anni ’50.
Riconosciuto dal suo costume tipico con il gilet in stile Union Jack, code scarlatte, guanti bianchi e cappello a cilindro nero, è stato descritto da Peter Seddon (autore di Pickles the World Cup Dog e Other Unusual Football Obituaries) come “l’unico uomo a diventare entrambi un uomo libero di Bournemouth e una figura storica del Subbuteo”.
Ken ha viaggiato in 40 paesi e ha percorso quasi 200.000 miglia a sostegno della squadra di calcio inglese.