Joao Havelange: la storia del padre-padrone della FIFA

Il personaggio con cui chiudiamo la settimana non è tanto famoso per essere un atleta quanto per essere un manager sportivo. Per la sua longevità è stato uno dei più famosi. È Joao Havelange.

Jean-Marie Faustin Godefroid de Havelange è nato a Rio de Janeiro, Brasile, l’8 maggio 1916. Suo padre era un ricco uomo d’ affari belga nel settore delle armi, che si è stabilito in Brasile.

Havelange, che in seguito cambiò e semplificò il suo nome come Joao, studiò legge. Ottimo nuotatore, rappresentò il suo paese nella gara di nuoto dei Giochi di Berlino del 1936 e nella gara di pallanuoto alle Olimpiadi di Helsinki del 1952.

Arrivò alla presidenza della Federazione brasiliana di nuoto, ed in questa maniera divenne membro del Comitato olimpico internazionale nel 1963, dal momento che non avrebbe lasciato fino al 2011. Era anche presidente della Confederazione sportiva brasiliana.

Nel 1974 si candidò alle elezioni per presiedere la FIFA, la più alta organizzazione calcistica mondiale. Ha sconfitto il presidente fino ad allora, il britannico Stanley Rous, diventando così il primo e unico latinoamericano ad arrivare alla massima carica. La promessa di ampliare i posti in Coppa del Mondo gli è valsa il sostegno delle piccole federazioni, che alla fine è stato fondamentale per il mantenimento dell’incarico per diversi decenni.

Una delle sue prime mosse fu quella di ottenere il supporto di Adidas e Coca-Cola come sponsor della Coppa del Mondo. Trasferisce la sede dell’organizzazione a Zurigo e punta alla professionalizzazione del personale, affidandosi ad esperti in finanza e pubbliche relazioni con competenze specifiche.

Un altro dei grandi risultati di Havelange è stato quello di riuscire ad ottenere cifre multimilionarie per i diritti televisivi dei Mondiali.

Durante il suo mandato, si sono svolte 6 Coppe del Mondo (arrivando a raddoppiare il numero di squadre, passate da 16 a 32), e per la prima volta sono state disputate le Coppe del mondo U-17 e U-20, la Confederations Cup e la Coppa del mondo femminile.

Havelange venne sostituito da Sepp Blatter, fino a quel momento segretario generale e vero e proprio cerimoniere in occasione dei sorteggi mondiali, nel 1998. Ben presto la figura di Havelange però venne rovinata da accuse di corruzione. Uno dei primi ad indicarlo come responsabile fu proprio Pelé, con il quale Havelange ebbe tante polemiche. O Rei ha accusato il genero del leader, Ricardo Teixeira, presidente della CBF e membro della FIFA, di corruzione.

Forti furono i suoi contrasti con Diego Armando Maradona, dettati non dalla avversione classica fra Brasile ed Argentina, quanto dal fatto che il Pibe de Oro accusò sempre apertamente il numero uno della FIFA di speculare sulla carriera dei giocatori, imponendo come in Messico 86 orari assurdi per la disputa delle partite, tipo alle 12 ora messicane, in condizioni climatiche al limite della sopportazione umana.

Poi, quando ad USA 94 El Diez venne trovato positivo al controllo antidoping, non le mandò certo a dire, imputando ad Havelange di aver fatto di tutto perchè andasse ai Mondiali, in cambio dell’immunità che poi, di fatto, venne a cadere con la squalifica dopo il test in cui vennero ritrovate sostanze stimolanti.

Nel corso del tempo, fu accertato che Havelange accettava regali, come diamanti o altri articoli di lusso, oltre a somme di denaro, non solo nella sua posizione alla FIFA, ma anche come membro del CIO, soprattutto durante le votazione per la scelte di sedi olimpiche e mondiali. Alla fine della sua carriera politica, dovette pagare una multa di mezzo milione di franchi svizzeri.

Havelange è stato nominato presidente onorario della FIFA, ma ha rassegnato le dimissioni nel 2013. Poco prima del suo centesimo compleanno, soffrì una grave malattia respiratoria, che mise fine alla sua vita il 16 agosto 2016, tre mesi e otto giorni dopo il suo compleanno, avendo superato il secolo di vita, e curiosamente, mentre si tenevano le Olimpiadi nella sua città natale.

Davide Bernasconi

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