Jimmy Hogan: il Guardiola dei primi del Novecento

Essere o non essere questo è il problema per tanti allenatori: la storia di Hugo Meisl, parla invece di uno dei padri del gioco del calcio come lo conosciamo oggi, ma oggi vogliamo parlare dell’uomo che ha lasciato il posto in Europa al gioco dei passaggi sull’erba. Si tratta di Jimmy Hogan.

James Hogan nacque il 16 ottobre 1882 a Nelson, nel Lancashire, in una famiglia di origine cattolica irlandese. Dopo aver terminato gli studi scolastici e affrontato l’opposizione di suo padre, che voleva che diventasse prete , Hogan iniziò a giocare a calcio. Nel 1902 debuttò con la maglia del Rochdale Town e nel 1903 passò al Burnley. Quindi due stagioni al Nelson FC nella sua città natale e successivamente brevi esperienze al Fulham, a Swindon Town e al Bolton Wanderers.

In quest’ultima squadra, ebbe occasione di viaggiare in Olanda per giocare una partita di preseason contro il Dordrecht. Gli inglesi surclassarono gli avversari e vinsero per 10-0; Hogan, da buon samaritano, decise di rimanere sulla terraferma per allenare e “insegnare a queste persone a giocare bene”. In effetti, nel 1910, ad appena 28 anni, divenne allenatore.

La sua prima squadra fu appunto il Dordrecht, dove mise in pratica il gioco fatto con passaggi e con i giocatori che si scendevano in campo come una squadra, non ognuno per i fatti propri. I metodi di Hogan impressionarono così tanto che nello stesso 1910 venne nominato allenatore nazionale dei Paesi Bassi.

L’anno seguente passò all’Austria Vienna, mentre nel 1912 il ritorno in Inghilterra per tornare a calcare i campi di gioco un altro anno al Bolton. Nel 1914 riprese la carriera di allenatore all’MTK di Budapest, sebbene nel 1918 si allenò in Svizzera, allenando gli Young Boys di Berna. Fu in questa squadra che si unì al suo connazionale Teddy Duckworth, allenatore della Servette, e l’ungherese Dori Kürschner , allenatore della Nordstern Basel, per preparare la squadra svizzera per i Giochi Olimpici del 1924. Gli svizzeri colsero addirittura l’argento, il massimo nella loro storia.

Hogan rimase in Europa centrale per alcuni anni, formando squadre come la il Losanna, i tedeschi del Dresdner o ancora la MTK a Budapest. Fu uno dei principali consiglieri di Hugo Meisl per sviluppare il tipo di gioco che portò l’Austria a diventare il famoso Wunderteam. Dopo aver allenato l’Austria Vienna, RC Parigi e di nuovo a Losanna, tornò in Inghilterra nel 1934 per guidare il Fulham. Dopo questa esperienza a Londra, altro rientro sulla terraferma per guidare la nazionale austriaca, con la quale si prese il secondo posto alle Olimpiadi.

Tornò nel suo paese per guidare l’Aston Villa per due anni, ma in Inghilterra era meno famoso che nel continente, dove le sue idee sul calcio erano apprezzate più che sull’isola, dove il gioco 1vs1 era ancora quello dominante. Per di più essere in Europa centrale allo scoppio della prima guerra mondiale non gli portò gran beneficio. In un certo senso, nel 1953 ebbe una piccola vendetta, quando in un’amichevole, l’Ungheria schiacciò l’Inghilterra 6-3 a Wembley. Alla fine della partita, Sándor Barcs, presidente della Federazione ungherese, dichiarò: “Jimmy Hogan ci ha insegnato tutto ciò che sappiamo sul calcio”.

Già in pensione dal calcio, Hogan si stabilì nel suo nativo Lancashire, dove morì il 30 gennaio 1974, all’età di 91 anni.

Davide Bernasconi

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