I personaggi che nascono in occasione degli eventi sportivi possono lasciare una traccia che dura per l’eternità, sia vincendo che arrivando ultimi o venendo squalificati, come accadde al nostro Dorando Pietri. Questa volta invece ci riferiamo alla storia davvero antica, precisamente i primi Giochi Olimpici, per parlare di uno dei suoi primi eroi: Corebus de Elide .
Andiamo all’anno 776 aC. Si svolgono i primi Giochi Olimpici che rappresentano, salvo scoperte ulteriori, l’edizione più vecchia della storia.
In questo appuntamento, così come in quelli successivi (almeno fino ai Giochi del 724), c’era una sola prova (si avete capito bene!!), chiamata stadion. Consisteva in una gara sprint. La distanza era segnata dalla pista dello stadio Olympia (da cui prende il nome): 192 metri .
Erano 20 atleti che potevano partecipare ad ogni manches, tale era la larghezza della pista. Lo speaker all’epoca annunciava i loro nomi, i nomi dei loro genitori e la loro città di origine. Sono stati dati tre segnali: πόδα παρὰ πόδα (póda para póda -foot with foot or ready-), ἔτοιμοι (etoimoi -listos-), ἅπιτε (apite -ya-) e gli atleti iniziavano la corsa. La partenza avveniva in piedi (cioè, non accovacciati, come ora) e nudi.
Ebbene, come dicevo, nell’anno 776 fu celebrato per la prima volta (almeno registrato). Il vincitore fu un panettiere di nome Corebus, originario di Elis, nella penisola del Peloponneso occidentale. Il premio era un semplice ramo d’ulivo da cingere in testa. Venne inoltre ricordato con l’erezione di una statua, definita da Pausania come la più antica di tutta la Grecia.
Poco altro si sa di questo Corebus, ma ovviamente il suo nome è passato alla storia come primo campione olimpico.