Vestì e disputò il Derby di Milano con entrambe le maglie di Milan ed Inter il centrocampista offensivo Andres Guglielminpietro, lasciando tracce più o meno positive del suo passaggio in Italia.
Nato a San Nicolás il 10 aprile 1974, cittadina facente parte della grande provincia di Buenos Aires e famosa per aver dato i natali ad Omar Sivori, si rivelò nelle fila del Gimnasia La Plata dove, dopo quattro stagioni, passò al massimo campionato italiano, acquistato dal Milan per la cifra di 10 miliardi di lire. I primi tempi, alle dipendenze del tecnico Zaccheroni, paiono difficili. Tanta panchina e qualche sporadica apparizione poi, il cambio di modulo gli spalanca le porte dell’undici titolare. Segna nel gennaio 1999 il suo primo goal in Serie A contro il Perugia, ripetendosi poi, casualmente, proprio contro gli umbri nell’ultimo turno che darà lo scudetto ai rossoneri in un pomeriggio caldo.
Lo scudetto milanista sembrò il viatico per una luminosa carriera a San Siro; tuttavia nei due anni successivi poche presenze in campo e nell’estate del 2001 venne scambiato niente di meno che con Andrea Pirlo nell’ambito di una trattativa di mercato con l’Inter. Il biennio nerazzurro sarà macchiato dallo scudetto perso sul filo di lana all’Olimpico contro la Lazio.
Smessi i panni da calciatore a soli 32 anni, si è subito dedicato alla panchina. Dopo essere stato assistente del “Cholo” Simeone quando quest’ultimo mosse i primi passi in patria allenando Estudiantes e River Plate, rimasto “orfano” dell’attuale tecnico dell’Atletico Madrid, ha diretto squadre di caratura “modesta” come il Club Atletico Douglas Haig ed il Central Córdoba.
Di doppio passaporto, essendo di origine italiana, ha spesso fatto ammattire i cronisti che dovevano nominarlo tanto che il diminutivo ‘Guly’ o ‘El Guly’ è stato il modo più facile per identificarlo sul terreno di gioco.
All’inizio di carriera era attaccante, poi Carlos Timoteo Griguol, che diresse anche il Betis Siviglia, lo ha convertito al ruolo di centrocampista destro.
Curioso il debutto in nazionale: in un’amichevole contro l’Olanda ad Amsterdam, entrò nella ripresa al posto di Ortega. Dopo appena trenta minuti, il ct Marcelo Bielsa lo sostituì in favore di Hernan Crespo, fatto che lo portò ad un brutta reazione verbale nei confronti del “El Loco”. Tuttavia venne convocato per la Coppa America 1999. In totale l’esperienza con l’albiceleste durò appena sei gare.
Ha collaborato con un suo ex compagno di club, il connazionale Nelson Vivas, durante l’esperienza al Quilmes. Ha grande stima di Simeone, che ha definito “il miglior allenatore argentino.
Tra le sue esperienze calcistiche, un anno al Bologna, quando si rese protagonista di un episodio spiacevole: nel corso del match al Dall’Ara contro l’Udinese, realizzò la rete del vantaggio (poi finì 2-0) spingendo la palla oltre la riga bianca con la mano. Le vibranti proteste friulane non servirono a convincerlo nel confessare il “reato”, venendo poi smascherato da tutte le moviole tv.
Lasciò per fare ritorno in patria, dove con la maglia del Boca Juniors trionfò nella Coppa Sudamericana. Il passaggio breve a Dubai con il Al Nasr, infine l’addio al calcio in patria con il club delle sue prime esperienze, il Ginmnasia La Plata nel 2006.
LE FRASI FAMOSE
“Ciò che mi interessava di più era riuscire a dimostrare di poter giocare a San Siro”
(Andres Guglielminpietro, centrocampista Milan)
“E’ il giocatore che sinora dà i migliori palloni al nostro centravanti”
(Adriano Galliani, Amministratore Delegato Milan)