Nel 1924, Giuseppe Enrici vinse il Giro d’Italia: fu il primo ciclista a trionfare nella corsa rosa, essendo nato fuori dai confini della Penisola. Sebbene corresse con licenza italiana, Enrici era nato infatti in America a Pittsburgh, il 2 gennaio 1886.
Discendenti di emigranti che si erano imbarcati pieni di speranza nel 19° secolo ed installatisi in Pennsylvania, si mossero verso la grande città dell’acciaio sul finire del secolo, dove poi nascerà il futuro ciclista. Nel Keystone State, Fra il 1890 ed il 1900, la popolazione di origine italiana crebbe da 2.794 a più di 66.000, con molti lavoratori impiegati nella costruzione delle ferrovie, nelle miniere di carbone e nelle cave di sabbia della zona.
Tuttavia la famiglia Enrici ad un certo punto, preferì fare ritorno nella patria degli avi, in Piemonte, regione già in quell’epoca propensa a produrre talenti nel ciclismo e lo stesso Giuseppe manifestò fin da subito interesse per la disciplina.
Dopo aver corso nella stagione 1921 da individuale, possibilità ammessa in un’epoca in cui gli sponsors non dominavano la scena, Enrici firmò nella stagione seguente per la Legnano – Pirelli, uno delle squadre leader del momento. In quella stagione i suoi compagni di squadra, Brunero e Sivocci, trionfarono rispettivamente nella Milano- Sanremo e nel Giro del Veneto.
Brunero poi giunse anche primo nella classifica finale del Giro d’Italia mentre Enrici si classificò terzo.
Il Giro 1924 fu invece il big event per il piemontese: diversi possibili vincitori, fra i quali Brunero e Costante Girardengo, rifiutarono di partecipare in seguito ad un mancato accordo sui premi in denaro in palio.
Nelle prime sei tappe della corsa, Enrici riuscì a classificarsi sempre fra i primi cinque, piazzandosi saldamente al secondo posto della generale, 16 minuti distante dal leader Federico Gay.
Nella settima tappa, 304 km da Foggia a L’Aquila, Enrici prese il comando, vincendo la tappa davanti a Italiano Lugli e conquistando il simbolo del primato per un solo minuto, 60 secondi che per quel ciclismo eroico erano briciole.
Due giorni dopo, nella tappa L’Aquila – Perugia, prese decisamente in mano la situazione, con 40 minuti di vantaggio nei confronti di Gay che patì pesantemente le condizioni atmosferiche.
Poi “l’americano” terrà la maglia rosa fino Milano, sebbene un’infezione al piede gli procurasse fastidio. La vittoria nella corsa a tappe italiana rimarrà il suo unico successo di prestigio. Correrà fino al 1928, vestendo le maglie di Armor e Automoto.
Morì a Nizza nel 1968, venti anni dopo un americano al 100% come Andy Hampsten trionferà sulle strade del Giro d’Italia, diventando il primo corridore a stelle e strisce al 100% a vestire la maglia rosa al traguardo finale.
Spero fosse nato il 1886..
Grazie dell’avviso. Sempre piacevole avere lettori davvero attenti ai particolari. Solo così si può dare il meglio.