Giocatore-allenatore-presidente: chi ha svolto i tre ruoli nello stesso club

Il curioso elenco di chi è riuscito ad essere giocatore allenatore presidente per la stessa squadra di calcio. Breve ritratto dei “fortunati”.

Sempre più difficile in questo calcio moderno riuscire a vestire una sola maglia nel corso della carriera, con il mercato (non ufficialmente) sempre aperto e la possibilità per atleti, procuratori e dirigenti di utilizzare l’arma dello svincolo per strappare il prezzo o l’ingaggio migliore.

Figurarsi se proviamo a pensare che un calciatore, una volta appese le scarpe al chiodo, riesca a tornare nel club per cui ha indossato i colori rivestendo i panni del tecnico o del dirigente. Ma quanti invece sono riusciti a fare i tre ruoli nel corso della propria carriera: calciatore, allenatore ed infine presidente?

Chi fu giocatore/allenatore/presidente nello stessa squadra

Nell’elenco troverete nomi che hanno fatto la storia del calcio. Ecco un breve ritratto per ognuno.

Josè Volante – Lanus (Argentina)

Centrocampista, debuttò con il Lanus in serie A nel 1928, raggiungendo nella squadra il fratello Carlos. Fece storia perchè nel gergo argentino calcistico fu adottato il termine “jugá de Volante” per indicare la posizione occupata sul terreno di gioco, il centrocampo appunto.

Riuscì a giocare nel nuovo stadio di Arias y Acha, ad appena due isolati dalla casa dei genitori. Tuttavia nel 1930 un grave incidente di gioco, occorso in uno scontro con Luisito Monti, lo costrinse a terminare anzitempo la carriera.

josè volante calciatore

Volante tornerà al Lanus in veste di allenatore nel 1951, accettando l’incarico solo a patto che fosse gratuito. Dopo una sola stagione lasciò il club per farci ritorno nel 1959, quando fu eletto presidente del Granate, soprannome per via dei colori sociali, rimanendo ala guida fino al 1963.

Santiago Bernabeu – Real Madrid (Spagna)

Un nome una leggenda del calcio mondiale. Iniziò la carriera come laterale nelle giovanili, nel club di cui suo fratello Antonio fu uno dei fondatori. Debuttò nel 1913 in prima squadra e vi rimase fino al 1927 con una sola parentesi particolare: spese una stagione con i colori rivali biancorossi dell’Atletico Madrid nel 1920-21.

Santiago_BernabeuIl passaggio in panchina fu però breve: invece di esercitare la professione di avvocato, guidò i bianchi di Spagna per un anno, rimanendo poi nel corpo tecnico. Ma la vera storia Bernabeu deve ancora scriverla: vince le elezioni presidenziali nel 1943 e subito mise al centro del progetto la costruzione di un nuovo stadio, una maggior professionismo nella gestione e risanare le casse sociali. Durante la sua conduzione , il real Madrid salì in cima al mondo del calcio: 16 Liga, 6 Coppe di Spagna e 6 Coppe dei Campioni.

La nuova casa del Madrid gli fu intitolata già un anno dopo la conclusione dei lavori e solo la morte, sopraggiunta nel 1978, pose fine alla sua presidenza.

Carlos Babington – Huracan (Argentina)

Debuttò con l’Huracán nel 1969 come centrocampista offensivo. Vinse nel 1973 il titolo carlos babington huracanMetropolitano, che corrispondeva al titolo nazionale, quando il club era guidato Luis Cesar Menotti, poi vincitore del Mondiale 1978. Lascò la squadra l’anno successivo per fare ritorno nel 1978. Avviata la carriera di allenatore, Babington guidò prima Platense, Banfield, Racing, León (México) e ritornando alla base in diverse occasioni, conseguendo due promozioni dalla serie cadetta (89/90 e 99/00).
Nel 2006 fu eletto presidente rimanendo in carica fino al luglio 2011. Era soprannominato L’Inglese per il modo elegante con cui si muoveva in campo.

Franz Beckenbauer – Bayern Monaco (Germania)

Monumento del calcio tedesco e dei bavaresi, Beckenbauer ha svolto tutta la sua vita nel mondo del calcio. Avviatosi al professionismo nel 1964, in 13 stagioni vinse praticamente tutto con la maglia del Bayern: 4 Bundesliga e 4 Coppe di Germania, 3 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Coppe ed una Intercontinentale. Chiuse la carriera in USA con i New York Cosmos, inframezzando l’esperienza americana con un biennio all’Amburgo vincendo un titolo nazionale.

beckenbauer

Dopo essere stato ct della Germania ed essersi preso la rivincita con l’Argentina (perse la finale 1986) vincendo Italia 90, lascio la direzione tecnica della nazionale assumendo l’incarico di tecnico al Marsiglia di Bernard Tapie. Ma la chiamata del Bayern Monaco non poteva essere respinta: vinse da subentrato la Bundesliga 1994 ed in successivo ritorno nel 1996 la Coppa Uefa.
Entra nei ranghi federali con la carica di vicepresidente ed occupandosi in prima persona di organizzare i Mondiali di casa del 2006. Ritornato alla base nel 2007, diventa Presidente per poi assumere la nomina ad Honorem nel 2009.

Eduardo Pimentel – Boyacá Chicó (Colombia)

Attaccante di valore del calcio colombiano, militò in diverse squadre fra le quali Millonarios(due titoli), América de Cali (2 titoli), Deportivo Independiente Medellín e Deportivo Pereira.

pimentiel

Giocò in nazionale ai tempi del tecnico Francisco Maturana, disputando la Coppa America 1991. A partire dal 1997, contribuendo alla nascita del Chico FC, giocò a livelli dilettantistici per poi diventare allenatore nelle stagioni 2004 e 2005 e successivamente divenne presidente. Il club cambiò poi denominazione in Boyaca Chicó.
Attualmente è il principale azionista del club, oltre a far parte della commissione tecnica della federazione del suo paese.

Daniel Passarella – River Plate (Argentina)

Unico argentino ad aver vinto entrambe le Coppe del Mondo (1978 e 1986), vestì la maglia del River Plate nel periodo 1974-82, passando poi in Italia con Fiorentina ed Inter per fare ritorno in patria, sepre al River, dove chiuse la carriera di calciatore. Noto per la sua propensione alla realizzazione, fu soprannominato Kaiser poichè ricordava Beckenbauer nel modo di porsi in campo, sempre a testa alta.

daniel passarella river plateLa prima panchina della sua carriera fu proprio quella del River Plate: sei stagioni e tre titoli complessivi, che gli valsero l’incarico con la nazionale del suo paese. Poi un lungo peregrinare, fra cui un’esperienza negativa al Parma e l’ennesimo rientro a “casa” nel 2006.

Nel dicembre 2009 arrivò la vittoria nelle presidenziali del River, ma anche la pagina più triste per la storia societaria con la prima retrocessione nella storia. Rimase numero uno fino al 2013, rinunciando a correre per un secondo mandato.

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