Gabriela Andersen, la maratoneta che imitò Dorando Pietri a Los Angeles 84

Emozionò il mondo sportivo e non solo la maratoneta svizzera Gabriela Andersen-Schiess che portò a termine i 42 chilometri sulle proprie gambe, piegata in due dalla fatica e da un’insolazione che la portò vicina al collasso.

A Los Angeles, nel Memorial Coliseum, l’atleta elvetica compì l’ultimo giro al limite delle forze, impiegando ben cinque minuti per compiere i poco più di 400 metri che la separavano dal traguardo. Allora 39enne e istruttrice di sci di professione, non era in gara per alcuna medaglia poichè la vincitrice, l’americana Benoit, era arrivata da circa 20 minuti.

I giudici di gara si avvicinarono all’ingresso dello stadio per soccorrerla per lei, (consciamente?) li allontanò con un gesto della mano. Si piazzò al 37° posto finale, nel tripudio generale del pubblico che si assiepò in quel caldo pomeriggio losangelino sugli spalti per assistere alla prima maratona olimpica femminile della storia.

Verrà prontamente portata all’ospedale per gli accertamenti e poi fortunatamente dimessa dopo poche ore, appena ristabilitasi.

L’atleta svizzera si sposò con un cittadino americano, trasferendosi fin dal 1963 a Sun Valley, una celebre località dell’Idaho, dove continuò a svolgere l’attività di istruttrice di sci. Sebbene avesse lasciato il suo paese natio da tempo, decise di continuare a gareggiare per la Svizzera a livello internazionale.

Oggi Gabriela, dopo aver lasciato l’attività agonistica, possiede un negozio di fiori e si dedica allo sport unicamente per passione.

Davide Bernasconi

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