Frasi famose di Montella

Le frasi famose di Vincenzo Montella, tecnico del Milan dopo aver militato già in diverse formazioni, partendo dal settore giovanile della Roma per arrivare in Serie A con i giallorossi stessi, Catania, Sampdoria, Fiorentina e poi la grande occasione con i rossoneri.

Tutti sanno che da bambino ero tifoso del Milan di Sacchi e che preferivo Van Basten a Maradona…

Con Totti siamo diventati amici con il passare del tempo, abbiamo caratteri diversi anche se siamo entrambi schivi, forse per difendere la privacy.

Da Zeman non sono mai stato allenato anche se a Roma mi scelse, le sue idee possono essere discutibili, ma spesso si rivelano anche efficaci.“

Andrò controcorrente ma non mi piace chi festeggia un gol togliendosi la maglia: i giocatori sono esempi per i bambini, cosa si vuole dimostrare togliendosi la maglia?“

Eravamo basiti, incollati allo schermo, come tutti. Le immagini parlavano da sole, sconvolgenti, abbiamo ancora davanti agli occhi il terribile schianto dei due aerei sulle Torri Gemelle. Furono momenti di sgomento, ma noi dovevamo anche pensare che di lì a poco ci saremmo trovati di fronte il Real… E invece arrivammo allo stadio discutendo solo delle notizie che provenivano da New York.

La tifoseria viola è molto calorosa, esigente e competente, un’esteta del calcio che rispecchia il carattere dei fiorentini.“

Sicuramente i tifosi del Milan hanno ragione dopo gli ultimi anni sono critici. Attraverso il sacrificio e il senso di appartenenza che la squadra deve avere, cercheremo di far riavvicinare i tifosi, perchè possono essere importanti”.

Non credo che gli aspetti di campo vengano influenzati. Io voglio solo capire le varie dinamiche, ma sinceramente non ho trovato grandi difficoltà nella gestione della quotidianità perché ho trovato persone competenti e disponibili a supportarmi”. (riferendosi alla cessione del club da Berlusconi ai cinesi)

Ancora oggi non riesco a spiegarmi come facesse a segnare tanti gol. Se scomponi il centravanti Inzaghi trovi ben poco di interessante. Non aveva dribbling, non aveva tiro da fuori. Era più scarso rispetto a tanti bomber che hanno avuto la metà del suo successo. Però lui nel suo lavoro ci ha messo tenacia, convinzione, rabbia. La grinta ha pagato più del talento. E con le stesse armi diventerà anche un grande allenatore.

Davide Bernasconi

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