Elson, il primo olandese a vincere l’anello NBA

Non è sicuramente l’Olanda il paese del basket: mai nessun successo a livello internazionale per gli orange e scarne apparizioni nelle competizioni per clubs. Ma in un mondo globalizzato, acquisire la nazionalità dei Tulipani non è ormai complicato, tenendo conto delle numerose ex-colonie: Francisco Marinho Robby Elson, nato a Rotterdam, è tuttora l’unico olandese a poter vantare un anello NBA.

Nato il 28 febbraio 1976, dopo aver frequentato l’Università negli States, venne scelto al secondo giro del draft dai Denver Nuggets; tuttavia passò professionista varcando l’Oceano e firmando per il Barcellona, nel 1999. Dopo due stagioni con i blaugrana ed un titolo nazionale, si spostò prima a Valencia e poi a Siviglia.

Nel 2003 lo sbarco nel mondo NBA: dapprima il debutto con i suoi Denver (un triennio), San Antonio (biennio) che lo girò in uno scambio con Seattle, dove rimase soltanto un mese. Trovò “casa sportiva” a Milwaukee per un biennio, infine un rapido passaggio a Philadelphia (prima) per poi farci ritorno nel 2012 dopo un anno con gli Utah Jazz.

Si ritirò nel 2013 giocando in Iran con la casacca dei  Mahram Teheran.

Pivot longilineo, 213 cm x 107 kg, ebbe un impatto notevole nei play-off 2007, contribuendo con 11.5 punti di media al netto 4-0 con cui gli Spurs conquistarono l’anello in finale contro i Cleveland Cavaliers di un giovane LeBron James.

Dopo aver smesso i panni d’atleta, ha fatto ritorno in Olanda e a Rotterdam, dove risiede, è il direttore esecutivo di Flexpower, un’azienda che produce un gel per il recupero sportivo degli infortuni.

I suoi genitori arrivavano dal Suriname, sebbene il padre fosse di origine cinese ed africana, mentre la madre di origine indo-africana.

Nella carriera NBA disputò 502 partite, viaggiando a 3.7 punti e 3.9 rimbalzi media.

La curiosità

Nel 2004, durante i play-off contro Minnesota, ebbe uno scontro duro con Kevin Garnett, che lo colpì nelle parti basse. Elson rispose pubblicamente accusando il suo avversario di essere gay, frase che fece nascere una forte polemica e lo costrinse a dover chiedere successivamente scusa.

Con gli Spurs indossava la maglia numero 16, attualmente usata da Pau Gasol.

Davide Bernasconi

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