Correva la stagione 1982/83 e la Serie A era il campionato più bello del mondo, dopo che gli azzurri di Enzo Bearzot si erano aggiudicati la coppa del mondo in Spagna e gli stranieri più forti accorrevano nella Penisola, attratti dai soldi (tanti) e dalla possibilità di giocare davvero con i migliori. Su 16 squadre, ad ogni stagione, erano forse 2/3 le partite che si potevano giocare in scioltezza per le big ed ogni sfida, oltre che a disputarsi di fronte ad un pubblico caldo che si assiepava sulle tribune, era davvero un match ad alta tensione, oltre che con un tasso tecnico elevatissimo.
Non mancavano i sudamericani che davano un tocco di brio in più, oltre che a far spellare le mani ai tifosi per le giocate incredibili anche in un fazzoletto. Manco a dirlo, i calciatori brasiliani, forse più degli argentini, erano quelli più attesi, per il fatto che sapevano dare alla partita, anche con un singolo gesto, un momento di gioia.
Un match che veniva fino ad allora ricordato come il Derby del triveneto era Udinese-Verona. I friulani erano ormai una consuetudine della massima serie mentre i veneti erano tornati dopo qualche stagione di digiuno a calcare il massimo palcoscenico.
Arriva il 23° turno ed allo Stadio Friuli le due compagini si affrontano in un match di media classifica. Vincere significa mettersi al riparo da brutte sorprese di fine stagione. L’agonismo è alto, la posta in palio è gustosa.
Arriviamo a metà del secondo tempo. Punizione dai 25 metri circa per i bianconeri e succede l’incredibile. Il pallone colpisce i due legni, nella parte bassa, con Garella che rimane immobile a guardare. Ebbene si, la classe di Edinho, difensore della nazionale brasiliana, fa si che la sfera riesca a percorrere una traiettoria quasi immaginaria…