Chi ha creato il logo della NBA: la storia della famosa silhouette

Il campionato di basket più famoso al mondo è senza dubbio la NBA: stars di ogni provenienza geografica si contendono ogni anno l’anello che assegna il titolo di campione del mondo dello sport della palla a spicchi.

Tuttavia lo sviluppo della National Basketball Association fu assai ardua: infatti la lega era in forte competizione con l’ABA, l’altra lega esistente nelle decadi 60-70 del secolo scorso, contendendosi spesso i migliori giocatori.

E per vincere la concorrenza occorreva essere al top sotto ogni punto di vista. Ecco allora che divenne fondamentale un logo che rendesse subito riconoscibile il torneo, rendendolo unico.

La NBA decise di affidare l’incarico al prestigioso disegnatore Alan Siegel affinché realizzasse l’opera.

Siegel volle trarre ispirazione dal disegno realizzato da Jerry Dior, che l’anno precedente aveva ideato  il logo per la MLB, la lega americana di baseball e volle partire dallo stesso concetto: la silhouette bianca di un giocatore, con una metà blu ed una rossa che ricordasse così i colori della bandiera americana.

Si mise alla ricerca di un’immagine  di gioco potesse essere fashion. Fondamentale fu l’amicizia con Dick Schaap, compagno di studi all’università di Cornell, che gli mise a disposizione l’archivio fotografico di Sport magazine. Fra le migliaia di immagini, rimase colpito da una foto che immortalava Jerry West, stella dei Lakers. L’autore dello scatto era Wen Roberts.

L’istante riprendeva West nell’atto di cominciare una penetrazione a canestro, tenendo la palla nella mano sinistra ed inclinato verso destra con il busto, perfetto per riprendere dinamismo ed il gioco del basket nello stesso momento.

Qualche opportuna modifica e poi, nel 1971, il varo definitivo del logo che tuttora identifica la pallacanestro Made in USA, un movimento sportivo che genera circa 300 milioni di dollari ogni anno.

Sebbene Siegel abbia sempre confermato di essersi ispirato ad un giocatore ben identificato, la lega americana ha sempre voluto smentire pubblicamente, a difesa dello spirito d’indipendenza del gioco ed istituzionalizzando l’immagine.  Infatti negli ultimi anni alcuni movimenti d’opinione hanno espresso l’idea che l’associazione con un giocatore bianco (oggi solo il 20%), sia poco “espressiva”. E lo stesso West si è detto favorevole che sia Michael Jordan ad essere il soggetto.

Siegel inoltre volle sempre porre l’accento sulla somiglianza con il logo della MLB, che aveva potuto visionare in occasione di un suo precedente lavoro. Disse infatti che J. Walter Kennedy, commissioner della NBA dal 1963 al 1975, gli riferì che “di base, voleva mantenere una relazione famigliare con il baseball e dunque usare il rosso, bianco e blu per posizionare il basket come un tradizionale gioco All-America”.

Siegel, assiduo frequentatore delle partite dei Knicks per più di 30 anni, ha incontrato West appena un paio di volte, presso un ristorante di Los Angeles e più recentemente in occasione di una partita dei Lakers allo Staples Center. Tuttavia l’ex stella del basket non mostrò mai, come ha ammesso lo stesso disegnatore, alcun particolar interesse verso chi lo aveva reso immortale al di fuori del campo.

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