Chi è Sonia ?

Aspettavamo l’inizio della partita. La solita taverna con la cucina piena di inutili cose che non toccavamo ed i piatti vuoti perché il servizio d’asporto tardava come al solito come capitava nelle sere in cui la partita trasmessa in tv vedeva in campo la Juve, il Milan o l’Inter che poi se no che le guardi.

Me ne esco con Sonia ad aspettare in strada, lei ogni tanto fumava, io schiumavo rabbia perché volevo sempre mangiare prima dell’inizio. Poi gli amici avrebbero disturbato la visione con domande di cose del passato mentre al sottoscritto bastava una tv accesa ed un bicchiere sempre pieno.

Ancora aspettare ed intanto la partita stava per iniziare. Questi stranieri che solo loro ormai facevano il servizio a domicilio, d’altronde agli italiani questi lavori non piacevano, come si sentiva da anni ripetere. O magari te  lo dicevano così nessuno s’azzardava a dire che agli italiani mancava la voglia di lavorare.

Chissenefrega ora, la partita sta per iniziare e devo ancora mangiare, il resto è politica da bar. Dai che arriva, dico parlando con Sonia, che non attende altro che il tempo scorra, d’altronde poteva fumare anche durante la partita. Lei manco sa che si gioca in undici a calcio o quasi.

S’avvicina, mi tocca, forse ha sbagliato penso, poi fuori non è che  faccia così caldo, siamo a fine settembre ed il bel tempo se ne è andato da un po’.

A me non frega niente di Sonia, ci parlo, è interessante, ma un pallone che rotola in tv è più interessante oggi. Ancora si avvicina e mi prende sotto braccio, la guardo, lei capisce, non c’è trippa per gatti, forse solo per oggi per sempre, lei che ne sa, forse manco io. Magari ci sperava almeno stasera od anche un altro giorno è il suo pensiero.

Arriva finalmente il servizio, non aveva ancora capito la strada, dopo quante volte sia venuto. E poi piuttosto che chiedere, preferiscono perdersi in giro fra le vie invece che chiamarti, così non fanno la figura degli stupidi.

Eccolo, dai, la macchina ed il cibo, Sara si scosta subito. Meglio non farsi vedere attaccato ad un maschio soprattutto se ti ha appena rifiutato. L’orgoglio è femmina, meglio ricordarlo. Pago, il tizio mi lascia due sacchetti di plastica rigonfi di cibo caldo per tutti. Non controllo nemmeno. Chi si ricorda cosa avevamo ordinato, sei maschi e due femmine che si devono riempire per qualche istante.

Sonia mi precede, ma a me non interessa. Cibo e calcio. La notte è già iniziata, per qualcun altro è già anche finita, ma non lo da a vedere.

Mangiamo, sparo stronzate per un paio d’ore, fino a che non arriva il tonico con ghiaccio, sofferto come fosse l’ultima bottiglia sulla Terra.

Vinciamo pure 2-0, tre punti, io tre punti in meno sulla patente se mi fermano, il malto fa effetto. Arrivo a casa, tutto tranquillo, entro nel letto.

Domani si lavora, cioè non si fa nulla.

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