Gustavo Dezotti sbarca in Italia nell’estate 1988, acquistato dalla Lazio per sostituire il bomber Paolo Monelli e rinforzare il pacchetto offensivo dei biancocelesti freschi di promozione nella massima categoria. L’allora 24enne argentino aveva appena vinto in patria con la squadra del cuore, il Newell’s Old Boys, il titolo nazionale: le premesse per fare bene c’erano tutte.
Ma ben presto le speranze si trasformano in illusioni vane: nonostante le 29 presenze, sono solo 3 le segnature del Galgo (levriero) che viene ceduto, dopo una sola stagione alla Cremonese.
Anche i grigiorossi sono neopromossi ed alle dipendenze di Tarcisio Burgnich, Dezotti arriva assieme al paraguaiano Neffa ed allo svedese Limpar. Nella provincia lombarda tuttavia non riesce a contribuire alla salvezza; rimane nella mente dei tifosi di casa che lo apprezzeranno per il suo carattere positivo ed anche per il goal della vittoria contro il Milan di Sacchi, campione d’Europa in carica.
Con la Cremonese farà l’ascensore fra la Serie A e quella cadetta per quattro stagioni consecutive, vincendo un torneo Anglo-Italiano. Lascerà l’Italia nel 1994, con un ruolino di 51 gol in 154 presenze (di cui 92- 28 in A) prima di partire alla volta del Messico, giocando per il Leon e l’Atlas dopo. Chiuderà la carriera nel 1998, a 34 anni, in Uruguay con il Defensor Sporting.
In nazionale disputerà il mondiale italiano del 1990, l’unico calciatore ad aver inoltre disputato una finale mentre militava nella Cremonese, quella persa contro la Germania per 1-0 all’Olimpico di Roma, famosa per essersi aperta per le parole proferite da Maradona durante gli inni nazionali (venne fischiato quello argentino) e chiusa con le lacrime del Pibe de Oro.
Convocato dal ct Bilardo al posto dell’infortunato Ramon Diaz, Dezotti si renderà protagonista nella finalissima di un brutto fallo che gli causerà l’espulsione. L’Argentina, rimasta in 10 uomini, resisterà fino ai minuti finali quando Brehme dal dischetto siglerà la rete decisiva per siglare la terza Coppa del Mondo teutonica.
Dopo aver lasciato il calcio giocato, Dezotti divenne direttore sportivo del Newell’s Old Boys, fino al novembre 2011 quando lasciò l’incarico, rimanendo nell’organigramma societario. Si candidò, senza successo, alle elezioni presidenziali, essendo i clubs in Argentina società basate sull’azionariato diffuso, che si tennero nella primavera 2016.
Pochi mesi più tardi, il suo nome apparve nell’elenco dei Panama Papers, lo scandalo che scoppiò nel 2016 e che vide inclusi grandi nomi del panorama economico e finanziario mondiale.
Più precisamente, a suo nome risultò intestata la Compania Dartel LTD. Incorporada, fondata il 2 gennaio 2002 e inattiva, registrata nelle Isole Vergini.