Champs Elysées: il traguardo del Tour de France

E’ una strada entrata nella mitologia del ciclismo ma non è certamente la più difficile al mondo da percorrere per un ciclista che è abituato a ben altri percorsi. Basti pensare alla Parigi-Roubaix per un esempio di gara che finisce in un posto che molte persone potrebbero cercare di evitare. Tutto questo però cambia quando si parla di Tour de France e del suo traguardo parigino.

Questa è una strada normale. Ecco uno sguardo alla strada e anche a dove andare in bicicletta se sei a Parigi con una bicicletta.

Il percorso

L’Avenue des Champs Elysées si snoda tra Place de la Concorde e Place Charles de Gaulle, nota anche come Place de l’Etoile. Place significa “piazza” in francese e il viale è un collegamento diretto tra questi due spazi, Place Charles de Gaulle con il suo grande Arco di Trionfo e la Concorde con il suo obelisco egizio a forma di ago. Corre all’incirca da est a ovest per 1,91 km di lunghezza e quando percorre da est a ovest, sale leggermente in pendenza verso l’Arco di Trionfo.

La sensazione

Gran parte dei ciclisti del Tour de France riportano una sensazione speciale. Per alcuni è solo un brivido, altri diventano euforici sapendo di aver raggiunto la fine del Tour. Per tutti gli altri l’eccitazione non è così speciale dato il traffico, questo è proprio nel cuore di una grande capitale. Puoi strapparlo sull’Alpe d’Huez, ma entrare in pieno flusso qui è difficile dati i molteplici semafori lungo il percorso, anche se alcuni locali “griglieranno” un semaforo rosso per usare il termine francese. Ma se questo in una città il senso dello spazio è evidente, la strada è molto ampia.

Ci sono alcuni fattorini di biciclette, ma il ciclista medio è su un Vélib, il programma pubblico di noleggio di biciclette che è stato copiato in tutto il mondo. In effetti Parigi ha copiato il suo schema da altre città ma è stato il successo a Parigi che ha convinto anche altre grandi città come Londra e New York a provarlo. È anche acciottolato, qualcosa che sentirai prima di vedere mentre il traffico schiaffeggia i sassi. Questi sono pavé urbani, levigati dal rombo quotidiano del traffico ma a volte sforzati da crepe, malta mancante ea volte uno o due ciottoli mancanti.

Probabile che siano stati sottratti come un souvenir?

Guidare su questo viale determina un rumore particolare e spiega perché i corridori in fuga sul circuito punteranno alla minuscola striscia di pavimentazione liscia proprio accanto al cordolo, un equilibrio teso tra l’aggancio di un pedale o una scarpa da un lato e l’inserimento della ruota sul pavé su l’altra parte. Con il traffico tutt’intorno si sente la città viva al suono del lavoro e dell’attività, molto diversa dall’atmosfera festosa del Tour.

Ciottoli degli Champs Elysees: la storia

È stata una lunga strada per secoli, ma ha preso il nome nel 1709 dai parchi vicini e da allora il suo ampio stile alberato ha preso forma quando sono stati costruiti grandi edifici haussmaniani e gli alberi sono stati curati per un aspetto uniforme. Oggi è diventata un’attrazione turistica per lo shopping con tutti i grandi marchi di beni di lusso.

Storia del Tour de France

Il primo arrivo sugli Champs Elysées risale al 1975. Fu il belga Walter Godefroot ad aggiudicarsi la tappa finale, lui che poi vedrà , dall’ammiraglia, i successi nella Grand Boucle di Bjarne Riis e jan Ullrich.

L’autorizzazione venne concessa temporaneamente ma si rivelò un tale successo che la gara da quel momento è tornata ogni anno. Uno sprint finale è cosa comune, ma ha ospitato prove a cronometro, in particolare nel 1989, quando Greg LeMond ribaltò il vantaggio di Laurent Fignon nell’ultimo giorno vincendo per soli otto secondi.

Nel 2005 Alexandr Vinokourov ha iniziato la giornata sesto assoluto, ha attaccato per uno sprint intermedio e poi è balzato via al traguardo per vincere la tappa, prendendo abbastanza tempo su Levi Leipheimer per salire al quinto posto e la prova che l’ultima giornata non è sempre un processione festosa e senza battaglia.

La gara ha utilizzato una versione abbreviata degli Champs Elysées ma nel 2013 ne ha sfruttato l’intera lunghezza. Anche in questo caso questa autorizzazione temporanea si rivelò un successo

Dove andare?

Assolutamente noleggia una Vélib per esplorare Parigi. Ma il ciclista sportivo in visita con la propria bicicletta ha bisogno di fare un giro un po’ più lontano. Puoi uscire dalla città in tutte le direzioni, ma ci sono due posti frequentati dai venditori ambulanti parigini.

Il primo è il Bois de Boulogne, appena a ovest della città. Ha un’atmosfera urbana ma il parco offre uno spazio verde e un circuito di quasi 4 km da percorrere inclusa una salita. La particolarità è la folla che attira, ci sono sempre corridori che lambiscono e il ritmo può essere a volte feroce anche se ognuno al proprio ritmo. Da evitare di notte quando le attività cambiano, il bosco è famoso per la prostituzione.

Più fuori Parigi verso sud-ovest c’è la Vallée de Chevreuse, ormai ci si inoltra in campagna ed è possibile organizzare una serie di salite di 1-2 km di lunghezza tipicamente 4-7%, non alpino ma varietà vitale dato che gran parte del terreno intorno a Parigi è piatto.

Viaggio e accesso

Tutti i luoghi di questa serie possono essere raggiunti con relativa facilità, ma Parigi non ha bisogno di molte spiegazioni. Ci sono molti hotel ma controlla prima di prenotare perché molti sono spesso pieni, soprattutto di turisti che vogliono godersi, almeno una volta nella vita, la città.

Cosa significa il nome?

Campi Elisi è un riferimento al mito di Elysium, il luogo di riposo degli eroi di battaglia e una versione dell’aldilà nell’antica Grecia.

Davide Bernasconi

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