Barcellona-Juventus 30 anni dopo

Parli di un’episodio sportivo di 30 anni fa e saltano fuori migliaia di ricordi, collegati alla tua tua vita e non solo. Ebbene si, 30 anni fa esattamente il 10 aprile 1991 mi trovavo a Napoli, non a Scampia o a Forcella, ma presso l’aeroporto militare di Capodichino ad effettuare le visite mediche, un ciclo di 3 giorni se passavi i diversi testi fisici e psicologici, per essere poi successivamente ammesso all’Accademia Aeronautica italiana sita in Pozzuoli, sempre nella provincia di Napoli.

Tenete conto, per chi legge e tutto ignora dello scrivente, che in quella calda primavera del 91 il sottoscritto si stava anche mediocremente preparando agli esami di maturità scientifica, che avrebbe superato ardentemente con un felicissimo 38 su 60, numero allora fatidico per chi volesse essere baciato in fronte (60 ovvio era il massimo mentre il minimo era come un paio di scarpe da donna, allora un 36).

Ebbene proseguendo nel racconto mesto e includente, quella sera del 10 aprile, mentre il sottoscritto ignorava assai la tragedia che si consumava a bordo del Moby Prince (Internet era di la addì venire), nel secondo giorno secondo dei test, dopo un’ovvio mancamento a fronte di un tradizionale esame del sangue che per la mia persona equivale al processo di Norimberga dalla parte degli accusati, la sera si svolgeva il rito, allora con frequenza casuale, che potrebbe essere un canonico dipinto: una sala tipica italiana, dove le persone, di sesso maschile, si ammucchiano di fronte ad un televisore non troppo ampio, ancora dotato di tubo catodico, per assistere ad una partita di calcio, in quel caso il match di semifinale di Coppa delle Coppe fra il Barcellona e la Juventus.

Parentesi aperta e già chiusa, il sottoscritto giungeva alle pendici del Vesuvio a pochi giorni dalla dipartita dal suolo italiano di un certo Diego Armando Maradona, che lasciò Napoli nella notte del 2 aprile, direzione Buenos Aires….ma questa è un’altra storia.

Riprendiamo il filo del discorso. Davanti a questo televisore a colori, potenza dell’immagine, sfilano 11 persone in bianconero e pensi: se sono qui ci sarà un motivo. Ebbene dopo 30 anni, se non avessi guardato il piccolo calendario che lascia scorrere i giorni uno per uno, non te lo saprei ancora dire.

Inconcludente.

 

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